Cultura

Fast fashion, perché non conviene acquistare vestiti a basso costo: quello di cui nessuno parla

MONDO – Con l’espressione “Fast fashion” si intende un settore dell’abbigliamento che produce e mette in vendita a basso costo – e in tempi rapidissimi – vestiti di scarsa qualità.

Sebbene agli occhi di molti i prezzistracciati” possano apparire come un’offerta da non perdere, la maggior parte dei consumatori non è a conoscenza di cosa si cela realmente dietro la produzione degli abiti che vengono realizzati in serie, né tantomeno di quali conseguenze possano scaturire dall’acquisto di vestiti così scadenti.

Essere complici dei meccanismi che stanno alla base della cosiddetta modausa e getta” è tutt’altro che insolito ai giorni nostri. Infatti, quando si parla di Fast fashion, si fa riferimento proprio alle più diffuse catene di moda e, quindi, a gran parte dei negozi presenti nei centri commerciali.

Nonostante i prezzi ridotti consentano di rinnovare più spesso il proprio guardaroba, è importante non cedere di fronte alla tentazione di seguire incondizionatamente le tendenze del momento.

È consigliabile, piuttosto, affidarsi ad abiti di buona qualità che – anche se a prezzi più alti – possono certamente garantire una maggiore resistenza e durata.

Quando nasce il Fast fashion?

Conosciuta anche come “low cost” o moda “usa e getta”, il Fast fashion affonda le sue radici negli anni ’70-’80 e vede il suo periodo di massimo sviluppo a partire dal 2000.

È proprio in quegli anni che diverse aziende di moda hanno cominciato a produrre un numero sempre maggiore di collezioni a prezzi bassissimi, dando il via a un tipo di consumismo basato sui vantaggi economici degli imprenditori piuttosto che sul benessere del consumatore.

Fino a poco tempo fa si teneva conto esclusivamente degli aspetti positivi del Fast Fashion, a partire dal fatto di aver reso la moda accessibile a tutti. Tuttavia, è fondamentale conoscere i molteplici – e di certo non trascurabili – danni inflitti dai serrati ritmi di produzione e dai materiali usati a discapito della tutela ambientale.

Nonostante siano trascorsi ormai decenni dal “boom” del Fast fashion, non sono ancora note a tutti le drammatiche conseguenze provocate dall’acquisto di vestiti di scarsa qualità che rappresentano una minaccia – oltre che per l’impatto ambientale – anche per i lavoratori che, pur di racimolare pochi spiccioli, sono costretti a sottostare a condizioni di lavoro tutt’altro che dignitose.

Sfruttamento sul lavoro

A pagare il prezzo più alto del Fast fashion sono proprio i lavoratori impiegati nell’industria della moda.

Non è per nulla raro, infatti, che le catene di moda si affidino ad aziende situate nel Sud-est asiatico e nell’area mediterranea. È nei Paesi come Pakistan, India, Vietnam, Indonesia Cina che vengono realizzati i prodotti che saranno successivamente messi in commercio a prezzi stracciati“.

L’aspetto più grave consiste nello sfruttamento sul lavoro di coloro che vengono costantemente sottopagati e costretti a lavorare in condizioni inaccettabili: a farne le spese sono per lo più le donne, insieme – purtroppo – anche ai bambini, divenuti vittime innocenti delle strategie di marketing che regolano la moda odierna.

Impatto ambientale

Oltre a violare costantemente i diritti dei lavoratori, le aziende che alimentano il Fast fashion non si preoccupano minimamente nemmeno dei danni che le loro tecniche di produzione infliggono all’ambiente.

Le scelte dei tessuti, infatti, non avvengono certamente in ottica ambientale, bensì si basano esclusivamente sui costi. Non ci si cura purtroppo neanche delle tecniche di produzione né tantomeno dell’utilizzo di pesticidi o sostanze chimiche aggressive.

È proprio la mancanza di attenzione nei confronti di fattori di tal genere a rendere quella della moda la seconda industria più inquinante, dopo quella petrolifera.

A rivelarsi negativamente determinanti per la tutela ambientale sono soprattutto gli innumerevoli abiti che in poco tempo diventano rifiuti.

Innanzitutto a provocare un elevatissimo numero di sprechi è l’eccessiva produzione di merce che – rimanendo invenduta – è destinata a essere bruciata inquinando terribilmente l’ambiente con le sostanze nocive rilasciate durante il rogo.

È importante tener conto anche del fatto che gran parte degli abiti acquistati a basso prezzo sono costituiti da materiali scadenti che si rovineranno con maggiore facilità e che quindi, pur essendo stati poco utilizzati dal consumatore, saranno gettati via in breve tempo con gravissime conseguenze ambientali.

Fonte foto Pixabay

Federica Sciacca

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Federica Sciacca
Tag: Abbigliamento Aziende di moda catene di moda Catene di negozi Evidenza Fast fashion Fast fashion moda Fast fashion storia Impatto ambientale Italia Moda Moda low cost Moda usa e getta Mondo Prezzi stracciati Sfruttamento sul lavoro Storia Fast fashion Tutela ambientale Vestiti a basso costo

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