MONDO – Le vaccinazioni di massa che vediamo in questi giorni non sono nulla di “speciale” o “straordinario” nella storia dell’umanità. Sin dalla scoperta del vaccino contro il vaiolo, fatta da Jenner alla fine del 18esimo secolo, si è capito che la somministrazione dei vaccini è fondamentale per l’eradicazione di virus e delle conseguenti malattie.
Oggi, 1°maggio, oltre a festeggiare la festa dei lavoratori, si celebrano anche i 65 anni dall’immissione al pubblico del vaccino antipoliomelite.
La storia del vaccino e le prime immunizzazioni di massa
La Poliomelite, nota ance come Polio, ha caratterizzato molti secoli della storia umana, venendo i suoi sintomi riportati sin dalle prime civiltà egizie. In termini scientifici, le terribili caratteristiche della patologia (causata dai Poliovirus) che colpisce gravemente i motoneuroni, situati nel midollo spinale con degenerazione neuronale e quindi paralisi e atrofia muscolare e in ultimo deformazioni ossee, vengono definiti a metà dell’800. Il patogeno che causa la Polio, già ben presente in modo endemico in tutte le parti del mondo, raggiunge il suo massimo picco di diffusione tra gli anni ’40 e gli anno ’50, quando uccideva o paralizzava circa mezzo milione di persone ogni anno.
Il primo a tentare di produrre un vaccino fu Maurice Brodie, assistente ricercatore della New York University, nel 1936. Lo scienziato tentò di creare un vaccino antipolio utilizzando Poliovirus uccisi con formaldeide e prelevati dal midollo spinale di una scimmia. I suoi tentativi furono in parte bloccati dalle difficoltà nel trovare un numero sufficiente di virus. Ciononostante il suo siero venne inoculato su 3mila bambini, molti dei quali ebbero reazioni allergiche, ma nessuno sviluppò l’immunità.
Successivamente, anche il patologo di Philadelphia Giovanni Kolmer tentò la produzione di un vaccino che, però, si dimostrò fallimentare, non producendo alcuna immunizzazione.
La prima vera svolta a livello scientifico arrivò nel 1948, quando i ricercatori del Children’s Hospital Boston, guidati da John Franklin Enders, coltivarono con successo il Poliovirus in laboratorio. Ovvero quello che, con tecnologie e conoscenze più moderne, fu compiuto a distanza di pochi mesi da parte di team di ricercatori in diverse parti del mondo.
La coltivazione del Poliovirus, insieme a progressi tecnologici, permetterà quindi di mettere a punto il vaccino antipoliomelite. Per la scoperta, inoltre, Enders e i suoi colleghi, Thomas Huckle Weller e Frederick Chapman Robbins, furono premiati nel 1954 con un Premio Nobel per la medicina.
Susseguirono, poi, ulteriori grandi progressi quali: l’identificazione dei tre sierotipi di poliovirus (poliovirus tipo 1 — PV1, o Mahoney; PV2, Lansing; e PV3, Leon), la constatazione che prima della paralisi il virus deve essere presente nel sangue e la dimostrazione che la somministrazione di anticorpi sotto forma di gammaglobuline protegge dalla polio paralitica.
Tra il il 1952 e il 1953, negli Stati Uniti esplose un focolaio di Poliomielite che fece contare rispettivamente 58mila e 35mila casi, fino ad arrivare ad un valore stabile di circa 20mila casi l’anno. Questo, naturalmente, spinse a investimenti di milioni di dollari per la creazione e commercializzazione di un vaccino efficace.
Il primo vaccino efficace, quindi, arriverà nel 1952. A fare la scoperta sarà il team dell’Università di Pittsburgh, condotto da Jonas Salk. Il 26 marzo 1953 Salk andò in onda sulla CBS segnalando gli ottimi risultati ottenuti dal suo team su un piccolo gruppo di adulti e bambini. Due giorni dopo tali risultati vennero pubblicati sul Journal of the American Medical Association.
Iniziò così la corsa alla sperimentazione, svolta soprattutto in scuole elementari e centri per l’educazione dei bambini. I dati furono subito incoraggianti. A partire dal 1954 il vaccino Salk fu iniettato per via intramuscolare negli USA a più di 400mila bambini rivelandosi sicuro e efficace. Il risultato fu che dal 1954 al 1961 si ebbe negli USA una riduzione della malattia dell’87,4%.
In linea con i dati scientifici, il 1°maggio del 1956 il vaccino antipolio viene rese pubblico e la sua produzione viene velocizzata. Molti paese, proprio in quel giorno, procederanno a dare il via ufficialmente alle campagne vaccinali di massa, tra questi paesi il Regno Unito. In Italia, l’immunizzazione inizierà dal 1957.
Post vaccino Salk
Il siero prodotto da Salk sarà solo il primo di una lunga serie di innovazioni e miglioramenti: il più importante l’approvazione nel 1962 del vaccino orale prodotto da Albert Sabin.
Lo sviluppo dei due vaccini antipolio, quindi, ha portato alle prime vaccinazioni di massa moderne, con uno sforzo globale guidato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’UNICEF e dal Rotary International.
Le immunizzazioni di massa e la partecipazione della popolazione ha portato alla eradicazione globale, nel 2015, della poliomielite di tipo 2.
Fonte immagine: The Vision