Troupe del Tg3 aggredita in Libano: l’autista muore d’infarto durante la fuga

Troupe del Tg3 aggredita in Libano: l’autista muore d’infarto durante la fuga

MONDO – Una troupe del Tg3 è stata vittima di un’aggressione mentre si trovava in Libano, vicino alla città di Sidone.

L’inviata Lucia Goracci, accompagnata dall’operatore Marco Nicois, ha raccontato i drammatici momenti vissuti durante l’edizione delle 12 del Tg3.

Mentre erano intenti a girare alcune riprese a Jiyeh, una località nel sud del Paese, la loro presenza è stata notata e segnalata agli Hezbollah locali.

Un uomo armato ha inizialmente minacciato il gruppo e successivamente, un gruppo di persone in moto ha inseguito l’auto della troupe.

Durante l’inseguimento, l’autista locale, evidentemente provato dalla situazione di forte tensione, ha avuto un malore improvviso, presumibilmente un infarto.

Nonostante il tentativo di rianimazione con un massaggio cardiaco, l’uomo è deceduto.

Fortunatamente, i membri della troupe sono rimasti illesi.

Le operazioni militari contro Hezbollah

Nel frattempo, la situazione sul campo in Libano resta particolarmente tesa.

Le Forze di difesa israeliane hanno annunciato di aver avviato una serie di operazioni terrestri “limitate, localizzate e mirate” nella parte occidentale del Libano meridionale, con l’obiettivo di colpire le postazioni di Hezbollah.

Fino ad ora, le incursioni si erano concentrate sul lato orientale del confine.

L’operazione terrestre israeliana, iniziata il 30 settembre, ha visto anche attacchi su obiettivi strategici a Beirut, considerata una roccaforte di Hezbollah.

In risposta, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione di sicurezza urgente, affermando: “Continueremo a combattere”.

le minacce di Teheran

Sul fronte internazionale, le tensioni restano alte.

Ali Nikzad, vicepresidente del Parlamento iraniano, ha lanciato un monito: nel caso di un attacco israeliano contro l’Iran, il Paese è pronto a svelare un nuovo tipo di arma difensiva.

Questa dichiarazione arriva in un momento di estrema delicatezza nei rapporti tra Israele e i suoi vicini regionali, alimentando ulteriormente le preoccupazioni per un possibile allargamento del conflitto.