Giornata mondiale della felicità, cosa significa avere il sole dentro anche se fuori piove

Cercatela, tutti i giorni, continuamente“, ha detto diversi anni fa Roberto Benigni in uno dei suoi monologhi di maggior successo, riferendosi alla felicità.

Ce l’avete. Ce l’abbiamo. Perché l’hanno data a tutti noi. Ce l’hanno data in dono quando eravamo piccoli. Ce l’hanno data in regalo, in dote. Ed era un regalo così bello che l’abbiamo nascosto come fanno i cani con l’osso, che lo nascondono. E molti di noi lo fanno così bene che non si ricordano dove l’hanno messo. Ma ce l’abbiamo, ce l’avete. Guardate in tutti i ripostigli, gli scaffali, gli scomparti della vostra anima. Buttate tutto all’aria. I cassetti, i comodini che c’avete dentro. Vedrete che esce fuori. C’è la felicità“.

Con queste parole il celebre attore ha sottolineato la vera essenza di quello che spesso viene erroneamente considerato un traguardo irraggiungibile. Una destinazione per cui non è sufficiente nessun tragitto, una battaglia che a volte ci si ostina a voler vincere senza però salire sul ring.

In molti casi basterebbe guardarsi meglio attorno, osservare con attenzione ciò che ci circonda. Esplorare i posti non ancora visti, i luoghi non visitati, quelli messi in un angolo e dimenticati da tempo.

E poi guardare dentro se stessi, guarire le ferite non ancora rimarginate, coprire con un cerotto i punti con cui più volte è stata ricucita la nostra anima e che di tanto in tanto ancora sanguinano.

Osservare le proprie cicatrici come se fossero la testimonianza di una guerra vinta piuttosto che il ricordo di una propria debolezza.

Forse è così che si può percepire più facilmente quella sensazione di felicità che tanto si rincorre, ma di cui poi non sempre si riesce a godere pienamente. Probabilmente perché si vive con la convinzione di doverla afferrare e portare via con sé, quando invece bisognerebbe solo accettare la sua “latitanza” nella propria vita, che in fondo è proprio ciò che la rende così attesa e speciale.

L’intervista alla psicologa Valentina La Rosa

In occasione della Giornata mondiale della felicità che si celebra oggi, mercoledì 20 marzo, è intervenuta ai microfoni di NewSicilia la psicologa Valentina La Rosa.

La dottoressa ha tracciato un quadro ben preciso sul concetto di felicità, sia inteso come obiettivo di vita sia come una componente che va di pari passo con la propria esistenza.

Durante l’intervista l’esperta si è concentrata anche sulla differenza tra la felicità autentica, quella a cui in genere si aspira, e quella ostentata sui social, come di recente è comune fare.

Infine, la psicologa ha fornito utili consigli che possono fare la differenza nella propria quotidianità per vivere in modo più positivo ogni momento.

  • La felicità deve essere considerata un vero e proprio obiettivo o è più giusto definirla una componente che non rappresenta il fine ultimo, ma piuttosto un elemento che ci accompagna in diverse occasioni?

L’essere umano si è da sempre interrogato su cosa sia la felicità e su come raggiungerla. Secondo il celebre psicoanalista Sigmund Freud, gli uomini hanno un solo scopo nella loro vita: “tendono alla felicità, vogliono diventare e rimanere felici”. Ma cosa è esattamente la felicità? Non esiste una risposta univoca a questa domanda, poiché la percezione e la valutazione della felicità possono variare notevolmente a seconda dei contesti culturali, personali e delle convinzioni individuali“.

Da un lato, la felicità può essere vista come un obiettivo da raggiungere, come il fine ultimo dell’esistenza umana. Filosofi come Aristotele hanno sostenuto che la felicità è l’obiettivo finale della vita umana, ciò per cui tutto il resto viene perseguito. Secondo questa prospettiva, la ricerca della felicità motiva le azioni e le scelte delle persone, guidando i loro percorsi di vita verso ciò che percepiscono come fonti di gioia e soddisfazione“.

Dall’altro lato, la felicità non viene considerata un obiettivo finale, ma piuttosto un percorso che si costruisce nell’arco della vita. In questa visione, la felicità è vista come il risultato di altre attività o obiettivi, come il raggiungimento del proprio potenziale, il contributo che si fornisce alla comunità, o il perseguimento della conoscenza e della crescita personale. Diversi autori, come ad esempio Viktor Frankl, evidenziano a tale riguardo l’importanza di trovare significato e scopo nella propria vita, sostenendo che la felicità emerge quando le persone si impegnano in attività che trascendono il sé personale“.

Se volessimo trovare un punto di incontro tra queste due visioni della felicità, potremmo dire che la felicità può essere sia un obiettivo che una componente della nostra esistenza. In altre parole, mentre le persone possono aspirare alla felicità e adottare scelte di vita che ritengono conducano alla gioia, la felicità stessa può manifestarsi in modi imprevisti e come risultato di un’ampia gamma di esperienze, non tutte direttamente collegate alla sua ricerca“.

A tale proposito, mi piace ricordare un romanzo che ho letto di recente dal titolo ‘Momenti di trascurabile felicità’, in cui l’autore Francesco Piccolo parla di quei piaceri intensi e passeggeri che punteggiano le nostre giornate e a cui spesso non attribuiamo grande importanza ma che rappresentano i momenti di felicità più autentici. Ciascuno di noi ha i suoi piccoli momenti di felicità quotidiani a cui è importante prestare attenzione per goderne a pieno“.

  • Qual è il segreto per godersi pienamente i momenti felici?

Non esiste sicuramente un segreto o una ricetta valida per tutti per raggiugere la felicità e godere dei momenti felici. Riprendendo sempre Freud, ‘non vi è qui un consiglio che valga per tutti; ognuno deve trovare da sé il modo particolare in cui può essere felice. Ciò significa che la felicità è qualcosa di profondamente soggettivo che non si limita semplicemente al conseguimento dei piaceri momentanei di cui abbiamo parlato ma che è piuttosto una condizione di realizzazione personale e di contributo al bene comune”.

La felicità, inoltre, viene influenzata e modellata dai contesti sociali, culturali ed economici in cui viviamo. La società moderna, con la sua enfasi sull’individualismo e il successo materiale, può distorcere la nostra comprensione della felicità, spingendoci verso una ricerca incessante di gratificazione immediata e riconoscimento esterno“.

I momenti di trascurabile felicità, riprendendo il libro di Francesco Piccolo citato prima, possono nascondersi ovunque, pronti a pioverci in testa e farci aprire gli occhi su qualcosa che fino a un attimo prima non avevamo considerato. Saperli riconoscere e goderne a pieno implica la capacità di accettare e concentrarci sul presente, poiché un vero apprezzamento della vita deriva dalla nostra capacità di vivere in armonia con il momento presente, indipendentemente dalle circostanze esterne“.

La capacità di vivere nel qui e ora, liberandoci dai condizionamenti del passato e dalle preoccupazioni per il futuro, ci permette di vivere pienamente l’esperienza della felicità, facendoci apprezzare la bellezza e il valore intrinseco di ogni momento“.

  • In una società che tende a ostentare la felicità, non sempre poi così reale, attraverso i social, quale può essere un modo per vivere momenti autentici senza lasciarsi travolgere dalla voglia di apparire e dal desiderio di comunicarlo agli altri?

In un’epoca dominata dalla presenza costante dei social media, emerge la sfida di distinguere tra la felicità ostentata e quella autentica. Infatti, la pressione di apparire costantemente felici e di condividere ogni momento di gioia può allontanarci dall’esperienza diretta e genuina dell’esistenza“.

La tendenza a trasformare i momenti di gioia condivisi in oggetti da esibire sui social network solleva dunque questioni profonde sul nostro rapporto con la felicità e sul modo in cui scegliamo di condividere le nostre esperienze. A tale proposito, il celebre filosofo Henri Bergson distingueva tra il tempo misurato, che è quantificabile, e la durata, cioè l’esperienza qualitativa del tempo che è intimamente legata alla coscienza e alla memoria“.

Nel contesto dei social media, la corsa a catturare e condividere ogni singolo momento della nostra vita ci avvicina maggiormente al tempo misurato, distanziandoci dalla durata, dall’esperienza vissuta del tempo che fiorisce nei ricordi. Questo rischia di svuotare le esperienze di gioia e felicità che viviamo del loro significato più autentico, trasformandole in contenuti consumabili anziché in ricordi vividi e personali“.

In questo contesto, trovare momenti di genuina felicità richiede un distacco consapevole da quei mezzi attraverso cui la società moderna misura il successo e il valore, come i social media, per riscoprire quella capacità di ‘fotografarei momenti con gli occhi della nostra mente rivolgendo l’attenzione verso l’interno, verso i nostri sensi e le nostre emozioni, e verso l’esterno, verso le persone con cui condividiamo questi momenti. In questo modo, possiamo riscoprire la bellezza delle ‘trascurabili felicità‘, quei frammenti di gioia quotidiana che, sebbene possano sfuggire all’occhio della fotocamera, sono impressi indelebilmente nei ricordi che costruiamo nel profondo del nostro essere“.

  • Quali consigli darebbe a chi si chiede come condurre uno stile di vita più felice e sereno?

Alla luce delle considerazioni precedenti, diventa essenziale saper investire tempo ed energie nella cura di se stessi, dove per cura intendiamo non solo quella del nostro corpo ma anche e soprattutto quella della nostra psiche“.

In questa prospettiva, ricordando sempre che non esiste una formula universale per la felicità, vi sono senz’altro piccoli accorgimenti che possono fare la differenza“.

Innanzitutto, è fondamentale cercare e mantenere un sano equilibrio tra lavoro, riposo e tempo libero: in una società che esige costantemente efficienza e produttività, fermarsi per prendersi cura di sé stessi rappresenta infatti un atto rivoluzionario“.

Dedicare tempo e attenzione alle relazioni significative della nostra vita è un altro passo importante verso la felicità, così come riscoprire la gratitudine per i piccoli momenti di felicità che costellano le nostre giornate e che, nel caos delle quotidiane incombenze e responsabilità, possono essere tralasciati e dimenticati“.

Inoltre, praticare piccoli atti di gentilezza e generosità verso gli altri può aiutarci a vivere più serenamente, soprattutto in una società in cui l’altro è sempre più visto come un nemico o una minaccia alla nostra felicità piuttosto che come qualcuno di cui prendersi cura“.

Infine, nessun consiglio può rivelarsi realmente efficace se non impariamo ad accettare ciò che non possiamo cambiare. È essenziale infatti saper accettare anche quegli aspetti della vita al di fuori del nostro controllo poiché, come ci ricorda Forrest Gump in una celebre scena dell’omonimo film, ‘la vita è come una scatola di cioccolatini…non sai mai quello che ti capita!’ e ciò che possiamo fare è essere pronti a scartare ogni ‘cioccolatino’ che la vita ci offre, sia esso buono o cattivo, e trarne insegnamento per il futuro“.