Giornata della donna, coraggio e fragilità in una sola anima

Giornata della donna, coraggio e fragilità in una sola anima

Vasco la chiama “Sally“, Biagio Antonacci “Iris“, Tozzi “Gloria“, Gigi D’Alessio “Annare’“, Cocciante “Margherita” e così via, ma in fondo parlano tutti di una donna, di cui ognuno esalta una particolare sfaccettatura.

C’è chi parla della donna guerriera, chi della persona che gli ha rubato il cuore, chi di una donna che non avrebbe più rivisto, chi di una donna fragile, chi di una dall’animo ribelle.

Ma in ogni caso si tratta di donne, diverse e al tempo stesso uniche. Le stesse che Fiorella Mannoia in “Quello che le donne non dicono” definisce “dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate”.

La via dell’emancipazione

Da sempre le donne sono protagoniste di tentativi di emancipazione che, nel bene o nel male, hanno contribuito a scrivere significative pagine di storia.

La Giornata internazionale della donna, che si celebra l’8 marzo di ogni anno, rappresenta l’occasione ideale per celebrare i loro successi e le loro conquiste, senza dimenticare allo stesso tempo i fallimenti e le tragedie in cui molte di loro hanno perso la vita, nella speranza che il loro sacrificio fosse il primo tassello di un futuro più roseo per chi sarebbe venuto dopo.

Le donne come “muse” degli artisti

Le donne sono da sempre le “muse” di molti artisti che si sono ispirati a loro per quelle che poi sarebbero diventate le loro canzoni di maggior successo.

Cosa significa essere la “Sally” di Vasco

A tutti sarà capitato sicuramente, almeno una volta nella vita, di rispecchiarsi nei versi di uno dei più grandi successi di Vasco Rossi.

Sally è una donna che non ha più vogliaDi fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa
Ti può crollare addosso
Sally è già stata punita
Con queste parole uno dei cantautori più amati ha sottolineato la sensazione di impotenza e debolezza con cui di tanto in tanto molte donne si ritrovano a fare i conti. Quando si è stanchi di lottare, di compiere sforzi che lì per lì appaiono inutili, di affrontare le difficoltà quotidiane.

Eppure poi si continua comunque ad andare avanti, aggrappandosi ai bei ricordi, a “quando la vita era più facile, e si potevano mangiare anche le fragole”.

Il tutto senza mai dimenticare quanto sia rischioso vivere in una realtà che ancora oggi lascia poco spazio alle donne e che, quando lo fa lo sottolinea, come se fosse necessario ringraziare per quello che rappresenta a tutti gli effetti un diritto, ma che viene ancora inspiegabilmente considerato un privilegio.

Al contrario di come sarebbe naturale pensare però, è proprio nei momenti di buio più totale che si torna a intravedere la luce in fondo al tunnel e si inizia a pensare, come suggerisce Vasco, che “forse la vita non è stata tutta persa, forse qualcosa s’è salvato, forse davvero non è stato poi tutto sbagliato“.

La forza delle donne dal cuore spezzato

Le donne nel tempo hanno lottato per i loro ideali, mostrando le loro fragilità, ma allo stesso tempo manifestando determinazione e coraggio. Qualità che dimostrano di avere anche nelle situazioni in cui fanno i conti con la fine di una relazione.

È in quel frangente che, come ricorda Gloria Gaynor in “I will survive”, trovano la forza di rimboccarsi le maniche e di andare avanti per la loro strada.

“At first I was afraid (All’inizio avevo paura)
I was petrified (Ero pietrificata)
Kept thinking I could never live (Continuavo a pensare che non avrei  mai potuto vivere)
without you by my side (Senza di te al mio fianco)
But then I spent so many nights (Ma ho passato molte notti)
thinking how you did me wrong (A pensare al modo in cui tu mi facesti torto)
And I grew strong (E sono diventata forte)”

Le donne che chiedono di essere ascoltate

Listen” di Beyoncé punta i riflettori su un altro tema fondamentale nell’ambito della lotta femminista: la capacità di dare voce alle proprie idee e ai propri pensieri, senza omologarsi a quelle di chi si vuole mostrare più potente.

“I followed the voice you gave to me (Ho seguito la voce che mi hai dato)
But now I’ve gotta find my own (Ma ora devo trovare la mia)
You should have listened (Avresti dovuto ascoltare)
There is someone here inside (C’è qualcuno qui dentro)
Someone I thought had died (Qualcuno che pensavo fosse morto)”

Ciò che molte donne da tempo chiedono è proprio di essere ascoltate, interpellate e prese in considerazione, sia nell’ambito familiare sia nel lavoro.

Se negli anni è stato fatto un enorme passo avanti da questo punto di vista, bisogna tenere presente che la strada è ancora lunga.

La capacità di far sentire la propria voce

L’importanza di rompere il silenzio e alzare la voce è stata messa in risalto anche da Katy Perry con “Roar“, un brano che sottolinea la necessità di ribellione da parte di chi è stata in silenzio troppo a lungo e adesso ha bisogno di “ruggire”, proprio come enuncia il titolo stesso.

“I used to bite my tongue and hold my breath (Mi mordevo la lingua e trattenevo il respiro)
Scared to rock the boat and make a mess (Ho paura di scuotere la barca e fare un pasticcio)
So I sat quietly, agreed politely (Quindi mi sono seduta in silenzio, ho accettato educatamente)
I guess that I forgot I had a choice (Immagino di aver dimenticato di avere una scelta)

You hear my voice, you hear that sound (Senti la mia voce, senti quel suono)
Like thunder, gonna shake the ground (Come un tuono, farà tremare la terra)
You held me down, but I got up (Mi hai tenuto ferma, ma mi sono alzata)
Get ready ‘cause I’ve had enough (Preparatevi perché ne ho avuto abbastanza)”.