ITALIA – La Corte Suprema degli Stati Uniti ha intenzione di ribaltare una storica sentenza del 1973 in favore del diritto all’aborto su cui si è basata per decenni la tutela costituzionale dell’interruzione volontaria di gravidanza negli Usa, secondo la bozza firmata dal giudice repubblicano Samuel Alito.
Secondo il parere di Alito e dei colleghi repubblicani nella Costituzione non si parla di aborto e quest’ultimo non può essere considerato alla stregua di un diritto alla libertà protetto a livello federale. Quindi, se la bozza dovesse concretizzarsi, ogni Stato dovrà decidere per sé.
Quello che viene eliminato è l’accesso a un aborto sicuro, professionale, informato. Negli USA, il tema dell’interruzione della gravidanza ha avuto modo di evolversi negli anni divenendo sempre meno un tabù, mentre in Europa si è sempre fermato a inutili sproloqui e continui nulla di fatto.
Il fatto che sempre meno donne abbiano voglia di fare figli non importa a nessuno. Quel che importa è continuare a produrre, anzi, riprodurre come in una catena di montaggio affinché lo sfruttamento non abbia mai fine.
In merito a quanto sta accadendo dall’altra parte del mondo, in Louisiana è stata presentata una proposta di legge che classifica l’interruzione di gravidanza come omicidio. Il disegno di legge è stato approvato con sette voti su due da una commissione della Camera dei rappresentanti dello Stato e si classifica come una delle proposte più estreme avanzate negli ultimi anni negli Stati Uniti.
In Italia sono molte le donne “costrette” a prendere la decisione dell’aborto volontario in silenzio, con un gran dolore nel cuore per non subire le dita accusatorie della società. Ma un test di gravidanza positivo, se arriva al momento sbagliato, può portare a questa atroce decisione. Per il genere femminile in sé, questa scelta può essere devastante, ma talvolta necessaria. Proprio per questo è fondamentale avere il diritto di optare per l’interruzione di gravidanza volontaria e nella totale libertà, informandosi su come fare, a quante settimane è consentito abortire con la pillola o con l’intervento chirurgico.
In Italia, l’aborto terapeutico è ovviamente legale ed è regolato dalla legge 194 che ne stabilisce i limiti di tempo, da quando e fino a che mese si può abortire e quali sono le procedure da seguire. Non mancano tuttavia gli obiettori e le proteste, specialmente dal rango religioso.
Negli ultimi anni è sempre più alta la quota di obiettori tra i ginecologi e in alcuni ospedali la totalità dei ginecologi si definisce tale, sebbene la legge sull’aborto vieti l’obiezione di struttura. Come riportano i dati del Ministero della Salute, nel 2019 a livello nazionale la percentuale di obiettori era del 67%. Tra le regioni con i numeri più alti si trovavano Lazio (74,8%), Marche (73%), Basilicata (81,6%), Molise (82,8%), Sicilia (85,8%) e Bolzano (75,7%).
Il diritto all’aborto garantisce una libertà di scelta sul proprio corpo e questo non implica l’imposizione di una visione in quanto si è liberi di pensare e fare ciò che si ritiene corretto. Questo ragionamento non vale solo per l’aborto ma anche per la prostituzione, sessualità, droghe…
Dato che è impossibile stabilire il momento in cui l’insieme delle cellule vitali cessa di essere tale e diventa un essere umano, si può concludere dicendo che l’aborto è omicidio a qualunque stadio di sviluppo del feto venga praticato.
Foto di repertorio
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