“Febbre” per la Terra, +2,9 °C entro il 2100

MONDO – Mentre piccole-grandi guerre si susseguono sul planisfero terrestre, i potenti stringono accordi di cui nessuno può approfondire le ramificate argomentazioni e signori della droga cedono isole artificiali, il riscaldamento globale pare procedere sotto traccia senza però fermarsi.

Riscaldamento globale, la Terra ha la “febbre”

Fino ad inizio novembre sono state settimane in cui si sono registrate temperature eccezionalmente alte, la Sicilia ha risentito di questa variazione soprattutto nel settore agricolo.

Venerdì 17 novembre il riscaldamento globale aveva contato, anche se per poco tempo 2 °C al di sopra dell’era preindustriale. Un fatto altamente simbolico, che conferma il 2023 come uno degli anni più caldi della storia.

Gli Accordi di Parigi come facciata

Gli Accordi di Parigi del 2015 sono stati abbastanza chiari, bisognava in qualche modo stoppare la febbre della Terra a 1,5 gradi o perlomeno non superare la soglia dei 2 gradi. L’essere umano pare disobbedire, non si parla ancora di corsa verso il baratro ma poco ci vuole.

Sforare per un giorno quella soglia – dichiarano gli esperticonferma che il clima si sta spostando in territori inesplorati, ma non significa che tutto sia perduto: lo sforamento si dovrà ripetere per mesi e anni prima di poter essere considerato permanente“.

Previsti 2,9 gradi in più entro il 2100

L’agenzia Onu per la protezione dell’ambiente (Unep), avverte che se si continuerà sulla strada intrapresa, di un blando contrasto al riscaldamento, entro questo secolo non solo la temperatura media della Terra supererà i due gradi, ma sfiorerà i tre: 2,9 per l’esattezza.

Al via la conferenza di Dubai – COP28

Stando alle analisi dell’Unep, nella conferenza di Dubai sul riscaldamento globale denominata COP28 che ha avuto inizio il 30 novembre, il meglio che si potrà fare sarà battersi per l’obiettivo “keep 2 alive“.

I principali temi in agenda alla COP28 di Dubai sono: il primo Global Stocktake sull’attuazione dell’Accordo di Parigi (GST – meccanismo di revisione degli impegni assunti dai Paesi sulla base dell’analisi degli obiettivi già raggiunti); un accordo quadro generale di attuazione sull’Obiettivo Globale sull’Adattamento (GGA); la creazione di un fondo per le perdite e i danni (Loss & Damage) per i Paesi in via di sviluppo colpiti dai cambiamenti climatici.

Una proposta di confronto e approfondimento che, partendo da azioni concrete ed esperienze sul campo, abbraccia le principali sfide del cambiamento climatico e sviluppo sostenibile, che vanno dalla transizione energetica al settore dei trasporti, dal ruolo dell’informazione all’economia circolare alla governance delle relazioni regionali, dal settore industriale e produttivo al ruolo dei territori.

Un processo sempre esistito ma mutato per mano dell’uomo

Spesso e volentieri gli ambientalisti vengono etichettati come moralisti ma il problema è lampante. Gli effetti delle azioni umane sul clima si possono percepire dopo circa 30 anni, ragion per cui non c’è modo di fermare il trend attuale ma sicuramente esiste il modo di migliorarlo in futuro.

Il cambiamento climatico è un fenomeno sempre presente nel corso della storia, l’unica novità è data dall’uomo che sta velocizzando questo processo. Si può tornare sui propri passi, basta volerlo.

Fonte foto meteoweb.eu