MONDO – Dopo undici giorni di negoziati e tre anni di confronto internazionale, l’Intergovernmental Negotiating Committee (INC) non è riuscito a produrre un trattato giuridicamente vincolante per fermare l’inquinamento da plastica.
Una conclusione che l’associazione Plastic Free Onlus – attiva in 40 Paesi per contrastare la dispersione di plastica nell’ambiente – ha definito “profondamente deludente” e “inaccettabile”, ricordando come le microplastiche siano ormai rilevate nel sangue, nei polmoni e perfino nella placenta.
Divisioni tra Stati e pressioni delle lobby
Secondo Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free, la maggioranza dei Paesi aveva espresso sostegno a un accordo che affrontasse l’intero ciclo di vita della plastica, dalla produzione allo smaltimento. Tuttavia, alcuni governi avrebbero bloccato l’avanzamento del processo, privilegiando “gli interessi economici di pochi” rispetto alla tutela ambientale.
L’associazione denuncia inoltre la presenza di rappresentanti delle lobby petrolchimiche in alcune delegazioni, accusati di aver esercitato pressioni tali da condizionare le decisioni. Lo stallo si è concentrato soprattutto su due punti: la riduzione della produzione di nuova plastica e il limite alle sostanze tossiche nei processi produttivi.
Paesi più ambiziosi e rischi per i più fragili
“Alcuni Stati, in particolare quelli della High Ambition Coalition, stanno già lavorando a percorsi autonomi e più ambiziosi” – ha spiegato De Gaetano – “ma l’assenza di un accordo globale significa che a pagare il prezzo più alto saranno ancora i Paesi in via di sviluppo, le nazioni insulari e quelle senza sbocchi sul mare”.
Per questi territori, l’inquinamento da plastica rappresenta una minaccia diretta per ecosistemi, economie locali e salute pubblica, aggravando le disuguaglianze.
Un appello alla mobilitazione globale
Il processo INC non è ancora formalmente chiuso: è prevista un’ulteriore sessione, senza però una data definita. Plastic Free avverte che, senza un impegno concreto, il negoziato rischia di arenarsi definitivamente.
Per questo l’associazione lancia un appello globale a cittadini, organizzazioni, comunità scientifica e amministrazioni affinché si uniscano per pretendere un accordo ambizioso e vincolante.
La posizione della Francia
Anche il presidente francese Emmanuel Macron è intervenuto, definendo “semplicemente inaccettabile” la mancanza di ambizione e invitando tutti gli Stati a sottoscrivere un trattato “all’altezza di questa emergenza ambientale e sanitaria. Per la nostra salute. Per il nostro ambiente. Per i nostri figli”.