Da domani, 14 gennaio 2022, l’Europa dirà ufficialmente addio alla plastica monouso. Entrerà in vigore, infatti, la direttiva antiplastica Sup (Single Use Plastic).
L’obiettivo è sicuramente quello di compiere una vera e propria “rivoluzione verde“, ponendo un freno all’inquinamento dovuto alla plastica per salvare mari, fiumi, oceani e laghi, ma non solo.
I prodotti vietati
Saranno vietati i prodotti non biodegradabili e non compostabili. Stop, quindi, a piatti, posate, bicchieri, cotton fioc, cannucce e palloncini, ma anche sacchetti per la spesa, contenitori per i cibi e bevande, coperchi, tappi e via dicendo.
Banditi anche gli attrezzi da pesca contenenti plastica, in modo tale che ami, fili e componenti della canna realizzati con questi materiali vengano dispersi danneggiando la fauna ittica.
Attenzione massima anche per le catene di fast-food o ristoranti per il cibo d’asporto: i contenitori non potranno essere di plastica oxo-degradabile, ma di carta o plastica biodegradabile al 100%. Già, infatti, molti stanno optando per la sostituzione dei vecchi prodotti con altri in linea alle linee europee.
Multe salate
Per i trasgressori, tra l’altro, sono previste multe salate da un minimo di 2.500 euro a un massimo di 25mila euro per “l’immissione sul mercato o la messa a disposizione di prodotti in violazione di quanto previsto dall’articolo 5 comma 1“.
Si spera di arrivare a risultati pressoché soddisfacenti entro il 2026. Dal 2027, infatti, potrebbe partire una revisione della direttiva in base agli step raggiunti.
Cosa si potrà usare?
Secondo la direttiva UE, si potranno utilizzare i prodotti composti al 100% con plastica biodegradabile, ma anche quelli biodegradabili e compostabili composti da materia prima rinnovabile superiore o uguale al 40%. Dal primo gennaio 2024, invece, la percentuale salirà al 60%.
Tra l’altro, le imprese che utilizzeranno piatti e tazze riutilizzabili, realizzati con materiali idonei, verrà riconosciuto anche un credito d’imposta di 3 milioni di euro l’anno dal 2022 al 2024.
L’impegno di Plastic Free
Ai microfoni di NewSicilia è intervenuta Verdiana Scivoli, referente dell’associazione no profit Plastic Free per la città di Caltagirone. A livello pratico, quotidianamente, i membri della community si impegnano in prima linea per sensibilizzare sulla pericolosità della plastica, in particolare quella monouso.
Plastic Free Odv Onlus è nata il 29 Luglio 2019 come realtà digitale con l’obiettivo di informare le persone sul tema. Il feedback all’esterno ha mostrato un’ottima reazione: solo nei primi 12 mesi, l’associazione ha raggiunto oltre 150 milioni di utenti e oggi, con oltre 900 referenti sul territorio, si posiziona come la più importante e attiva associazione ambientalista in Italia.
Tantissimi sono i progetti portati avanti, dalla raccolta nelle spiagge e città al salvataggio delle tartarughe, dalla sensibilizzazione nelle scuole alla collaborazione con i Comuni, dalla Plastic Free Walk al Plastic Free Diving.
“L’Italia è in ritardo”
Riguardo alla “mossa” europea per dire addio alla plastica, questo è stato il commento di Verdiana Scivoli: “Direi che l’Italia è in ritardo rispetto al resto d’Europa“.
“La Sicilia è stata tra le prime Regioni a essere plastic free quando nell’ottobre del 2020 L’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) approvò un ddl che aveva come obiettivo il divieto per la Regione, gli enti regionali, istituti e aziende soggette alla vigilanza della Regione di utilizzare contenitori e stoviglie monouso non biodegradabili per la somministrazione degli alimenti o per le bevande nelle mense“, aggiunge.
La situazione in Sicilia
La Sicilia prosegue sulla strada del “bene, ma non benissimo“. Si potrebbe fare molto di più e, invece, c’è chi ancora fa un uso eccessivo della plastica. Almeno fino a ora, dal 14 gennaio 2022 potrebbe cambiare tutto.
“Se da un lato possiamo vantarci di essere tra le Regioni più attive a livello di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali, di contro si schiera una generazione che fatica ancora a entrare nell’ottica della raccolta differenziata e continua ad ‘abusare‘ della plastica monouso“, sottolinea Verdiana.
E ancora: “Sicuramente eliminare questi prodotti dai supermercati sarà d’aiuto per ridurre l’inquinamento da plastiche/microplastiche ma dobbiamo prima fare i conti con le nostre cattive abitudini che ci portano a consumare le risorse a disposizione più del necessario“.
Manovra necessaria
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: la direttiva antiplastica Sup è solo uno “specchietto per le allodole” o “trampolino di lancio” per il futuro?
“La manovra è necessaria se vogliamo garantire alle future generazioni un pianeta sano su cui continuare a vivere. Non la vedo come una medicina miracolosa che possa guarirci da ogni male ma sicuramente è la giusta strada da intraprendere per ridurre il più possibile l’uso della plastica nella nostra quotidianità“, puntualizza la nostra intervistata.
Pronti per il cambiamento?
Quando potrebbe arrivare, quindi, il cambiamento per l’ambiente? “Oltre al fatto che si dovranno prima smaltire le riserve di prodotti in plastica già presenti sul mercato, personalmente penso che molto farà il cambio generazionale“.
“Riverso le mie speranze sui giovani e giovanissimi che incontro a scuola perché li vedo sensibili e determinati a vivere in un futuro senza plastica. È persino capitato di vedere qualcuno di loro accompagnare il genitore al supermercato e cercare di convincerlo ad acquistare prodotti che non contenessero plastica!“, racconta Verdiana.
“Il problema è l’uomo e le cattive abitudini”
“Ricordiamoci che il problema non è la plastica in sé ma l’uomo e le sue cattive abitudini. Un vero fallimento!“, ribadisce con sicurezza.
“Questo è il motivo per il quale la plastica, in particolare quella monouso, deve essere tolta dalle mani della massa. Fino a quando non sarà trovata un’alternativa valida, è ancora giustificato il suo utilizzo dove può fare davvero la differenza, per esempio nella medicina o dove non è utilizzata per 5 minuti e poi buttata via, spesso nell’ambiente“, chiarisce.
Tutta la plastica creata fino a oggi esiste ancora e i numeri diventano giorno dopo giorno sempre più preoccupanti: “Impatta sull’ambiente, oltre 12 milioni di tonnellate di plastica ogni anno finiscono in natura. Impatta sugli animali, oltre 100mila mammiferi muoiono ogni anno dopo aver ingerito plastica. Impatta sull’uomo, ogni settimana mangiamo circa 5 grammi di plastica, l’equivalente del peso di una carta di credito“.
Riciclare non basta!
“Riciclare non basta perché non tutta la plastica è riciclata e riciclabile. È necessario invertire rotta il prima possibile“. Questo è l’avvertimento di Verdiana Scivoli a nome di Plastic Free.
Nel dettaglio: “Ai ragazzi nelle scuole suggeriamo sempre le 3 R: Ridurre – Riciclare – Riutilizzare. Si tratta di piccoli gesti che ripetuti con costanza possono incidere positivamente e notevolmente sull’ambiente“.
Inoltre: “Pensate a quali risultati straordinari può aspirare una comunità di persone, una città o un’intera Regione partendo dalla scelta di usare una borraccia al posto di una bottiglietta di plastica“.
E ancora: “Usare sacchetti di stoffa invece delle buste di plastica; se possibile introdurre dei filtri per rendere potabile l’acqua in casa; scegliere un bicchiere di vetro al posto di mille di plastica; smettere di usare le cannucce di plastica per bere; scegliere prodotti che abbiano un imballaggio totalmente riciclabile o addirittura preferire prodotti sfusi“.
Cambiare mentalità
Dobbiamo, quindi, mutare mentalità, riflettendo sulle nostre azioni quotidiane. Anche le più scontate, che noi valutiamo come “innocue”, in verità, per pianeta poi si potrebbero rivelare deleterie.
La spazzatura è il primo e più evidente segnale di azione antropica: “Già solo decidendo di uscire di casa ho prodotto in qualche modo spazzatura, magari cambiando la mascherina o usando un fazzoletto“.
Complici o esempio?
Quando la produzione di spazzatura diventa un problema irreversibile? “Quando agiamo senza pensare. Fumo una sigaretta? Getto il mozzicone a terra. Trovo il cestino pieno davanti al paninaro? Che importa! Getto la carta a terra, tanto è vicino al secchio e qualcun altro la raccatterà. Sono in macchina e ho appena fatto benzina? Lo scontrino posso gettarlo dal finestrino!“.
“Possiamo continuare a fingere che il problema non ci riguardi ed essere complici di una mentalità sbagliata o possiamo essere d’esempio e iniziare a correggere chi ci sta vicino“, conclude la nostra intervistata invitando tutti a riflettere.