Meteorologia: l’importanza dell’anemometro

Meteorologia: l’importanza dell’anemometro

La meteorologia, ovvero l’osservazione dei fenomeni relativi all’atmosfera, affonda le sue radici persino ai tempi di Aristotele. Passando per gli almanacchi del Medioevo, nella seconda metà del XVII secolo Ferdinando II de’ Medici finanziò l’apertura di un’accademia che avrebbe impostato quelli che sono i princìpi base della meteorologia odierna. Nell’evoluzione di questa scienza intervennero anche invenzioni importanti per la rilevazione dei parametri principali da parte di Leonardo, Galileo e Pascal. Le previsioni del tempo ad oggi possono essere effettuate mediante l’impiego di strumenti sempre più precisi e performanti come gli anemometri.  

Come funziona un anemometro

L’Anemometro è un dispositivo pensato per determinare la velocità e la pressione del vento e dell’aria. I modelli più semplici sono costituiti da un filo a piombo, la cui inclinazione suggerisce il dato relativo, mentre quelli più evoluti hanno delle pale rotanti che girano un certo numero di volte per determinare il parametro. I risultati di solito sono visibili su display al LED e, nelle versioni più recenti, mostrare anche la temperatura dell’aria (termoanemometro).

Grazie a collegamenti bluetooth, poi, i dati si possono trasferire in automatico a smartphone o altri supporti atti a stilare statistiche, grafici e determinare così in parte le previsioni meteo desiderate. In realtà, capire da dove soffia il vento e con quale intensità è utile anche qualora si debba fare trekking in montagna, oppure procedere a lavori in alta quota (come su un tetto), ma anche eseguire test su ambienti dove siano presenti ventilatori e altre fonti d’aria.

I migliori anemometri sono costituiti da materiali robusti e resistenti all’umidità, sono dotati di batterie a lunga durata e hanno sensibilità ottimali per rilevare i parametri in maniera precisa e veloce. Come anche molti altri strumenti di precisione, infine, si possono acquistare online dai rivenditori specializzati nel settore.

Il vento nelle previsioni meteorologiche

In meteorologia esistono le zone di bassa pressione e quelle di alta pressione: tra le due si determina uno spostamento naturale di masse d’aria, ovvero il vento. Le frecce utilizzate nelle previsioni del tempo indicano da dove proviene un vento e dove è diretto: a seconda dei punti cardinali di provenienza assume anche nomi specifici. Ad esempio, il Maestrale è il vento che spira da nord-ovest, mentre la Bora, il più freddo, proviene dalle vette montane. Grazie all’anemometro si può determinare la velocità dei venti con un doppio vantaggio: fare una previsione attendibile sull’arrivo di un campo nuvoloso o anche comunicare quanto sarà forte. 

Le raffiche di vento, se di notevole intensità, possono cagionare anche danni ingenti, quindi portare a un’allerta meteo. Ciò avviene anche in presenza di venti forti, ovvero intorno i 30 nodi o persino di segnalazioni di tempeste, con oltre 50 nodi. La velocità rilevata, in generale, segue una misurazione specifica sulla scala di Beaufort che, assieme alle mappe sinottiche con gli schemi di zone cicloniche e anti cicloniche, aiuta i meteorologi nelle previsioni: si va dalla calma atmosferica al temporale, fino agli uragani nelle zone più a rischio.

Oltre che per le previsioni meteo nella vita di tutti i giorni, l’osservazione dei venti è utile anche in ambito navale, per allertare i natanti in caso di condizioni anomale o pericolose. In linea generale, i venti più “pericolosi” si osservano nelle aree tropicali e subtropicali, dove le temperature elevate creano un differenziale notevole tra alta e bassa pressione.