Enrico Castiglione: in scena a Taormina “La trilogia di Siviglia”

Enrico Castiglione: in scena a Taormina “La trilogia di Siviglia”

TAORMINA – Il maestro Enrico Castiglione, dall’1 al 14 agosto, proporrà al suo pubblico la cosiddetta “Trilogia di Siviglia“: la Carmen, il Don Giovanni ed il Barbiere di Siviglia, andranno tutti in scena nella prestigiosa location del teatro greco di Taormina.

Gli spettacoli in cartellone, è lo stesso Enrico Castiglione a svelarcelo, avranno la capacità di evocare un’atmosfera antica e tipicamente sivigliana, passionale e al contempo esotica: “Immaginiamo un tripudio di ventagli e mantiglie, gonne fluttuanti in una sensuale habanera, corride eccitanti, amori fatali, serenate notturne e seduzioni a tutte le ore. Siamo a Siviglia, città passionale ed esotica”.

Il progetto “La trilogia di Siviglia” deriva non soltanto dalla ferma volontà del maestro di portare in scena i classici intramontabili dell’opera lirica, ma anche dalla necessità di allestire un lavoro di sicuro impatto artistico ed emotivo per il Festival Euro Mediterraneo che, almeno per quanto riguarda la sezione Musica e Danza, andrà in scena proprio nel teatro di Taormina.

Mettere insieme una trilogia sivigliana, per quanto tra le tre opere ci siano comunque dei punti di contatto, è stata senza dubbio un’impresa non proprio alla portata di tutti: è stato necessario infatti individuare un fil rouge che accomuna la Carmen, il Don Giovanni e il Barbiere di Siviglia, ma anche rimarcare accuratamente tutte le caratteristiche peculiari di ciascuno spettacolo: “Se il carattere spagnolo è predominante – afferma ancora Enrico Castiglioneciò che mi affascina di ognuna di queste opere è la possibilità di rappresentare il sentimento dell’amore sotto diverse sfaccettature, tutte antitetiche tra loro, specie se imprigionate nelle spire della passione fine a se stessa, della spasmodica ricerca del piacere. L’amore in Carmen è effimero, come effimero è il gesto da cui si manifesta, quando la protagonista getta la rosa ai piedi di Don José, scegliendolo platealmente davanti ad una piazza di sigaraie, popolani e soldati. Una storia che diviene tragedia perché si trasforma in gelosia, in possesso, in morte, annientando l’unico amore autentico, che nell’opera è rappresentato dal sentimento di Micaela nei confronti di Don José. In Don Giovanni abbiamo invece la massima esaltazione della ricerca del piacere, perseguita attraverso l’inganno e la sopraffazione del potere, che il cavaliere esercita per conquistare le sue prede e subito dopo abbandonarle nella disperazione, prontamente attratto da una nuova preda. C’è infine l’amore giovane, tenace e a lieto fine del Barbiere di Siviglia, anche se il sequel delle Nozze di Figaro fa meditare sulla stabilità sentimentale: ma questa è tutta un’altra storia“.

La lirica ed il teatro, grazie alle idee di artisti del calibro di Enrico Castiglione possono quindi coesistere con gli odierni (e da una ristretta fascia di intellettuali considerati indegni) mezzi per far spettacolo; sostiene ancora il maestro: “Amo il teatro musicale e la mia formazione mi consente di disegnare la scenografia e affrontare simultaneamente regia teatrale e televisiva, per fare un prodotto artistico unico nel suo genere. Questa è la strada per garantire un futuro alla lirica. Lo spettacolo dal vivo, la trasmissione in diretta mondovisione, le registrazioni sono tutte vie maestre che accendono la passione per il melodramma. Lo spettatore che va a teatro è lo stesso che ascolta musica in casa, che acquista e scarica cd e video, e ha addirittura riscoperto il vinile“.

Ciò non toglie comunque che ciascuna opera necessiti di un preciso esame, di un’attenta preparazione: “La Carmen – sostiene Enrico Castiglionesi avvarrà di una scenografia di migliaia di mattoni che, come le passioni e i sentimenti, mutano posizione di scena in scena: un gioco geometrico che rispecchia la mutevolezza dell’animo umano, rappresentato in primis da Carmen che s’innamora di Don José senza amarlo davvero, in una situazione conflittuale che la condurrà presto ad innamorarsi di un altro uomo e restare vittima della gelosia… E come i sentimenti possono cambiare, ecco che anche l’immensa scenografia costruita per Taormina cambierà sotto gli occhi degli spettatori, con un impatto che spero possa emozionare, al pari della musica di Bizet“.

Non è da meno il Don Giovanni: “M’interessa fare emergere la proteiforme valenza del personaggio: la lucidità illuministica che ne fa un dominatore, la dipendenza dal piacere che lo porterà alla rovina, la tracotanza che gli impedirà il pentimento. È un’opera che ho avuto modo di approfondire in diverse produzioni. La metto in scena a Taormina per la prima volta con un allestimento inedito, pensato esclusivamente per il palcoscenico del Teatro Antico, con nuovi costumi che esaltano il fregio seicentesco, disegnati e costruiti da Sonia Cammarata nel proprio laboratorio. In scena, in un’immensa scacchiera, i personaggi saranno condotti a giocare un’inquietante partita a scacchi, su cui i desideri, i sentimenti, le passioni si rincoreranno per fondersi, intrecciarsi, allontanarsi. Un gioco al massacro, all’insegna dell’inganno, della seduzione fine a se stessa, nella totale mancanza di vero amore, che condurrà alla morte, ovvero allo scacco matto del protagonista“.

Infine, per quanto riguarda il Barbiere di Siviglia: “Ecco un’altra opera meravigliosa che sono sicuro avrà un riscontro enorme a Taormina, non meno delle altre due. La mia messinscena si animerà in una ambientazione davvero insolita, che rievoca una galleria d’arte, all’interno della quale, di quadro in quadro, di cornice in cornice, i personaggi muoveranno i propri passi e creeranno spassosi ‘tableaux’. Ma non voglio svelare oltre, ci saranno molte sorprese; perché l’opera deve affascinare con la voce e la recitazione, ma deve anche stupire con la scenografia e lasciare al pubblico emozioni forti ed originalissime“.

Insomma, superfluo commentare che la “Trilogia di Siviglia” curata e diretta da Enrico Castiglione di certo non deluderà gli amanti dell’arte.