Ponte sullo Stretto: l’ennesima chimera gettata in faccia ai siciliani

Ponte sullo Stretto: l’ennesima chimera gettata in faccia ai siciliani

MESSINA – Magari qualche messinese avrà sentito l’annuncio di Renzi alla radio mentre era in fila, con taniche e bidoncini in mano, per rifornirsi d’acqua nell’ennesima giornata vissuta in piena emergenza idrica.

Come nei paesi del terzo mondo in Sicilia c’è il problema dell’acqua. A Messina come a Gela l’isola che – paradossalmente – è piena del prezioso bene non riesce a dotarsi di un sistema di approvvigionamento idrico efficiente.

Così il messinese con le taniche da riempire ha sentito Renzi annunciare il ponte sullo Stretto in un’intervista contenuta nell’ennesimo libro di Vespa. Probabilmente gli saranno cadute dalle mani in un impeto di rabbia pensando al pilone crollato sulla Catania – Palermo, alle frane sulla Catania – Messina, alla inadeguatezza della Catania – Ragusa, al binario unico in tutta l’isola, alle 10 ore di treno per giungere a Ragusa da Trapani.

Eppure il discorso ritorna sul ponte che, secondo il premier, diverrà “un altro bellissimo simbolo dell’Italia”. 

Il primo progetto del ponte è datato 1870 poi è stato un susseguirsi di promesse, grafici, società create per la realizzazione dell’opera, sperpero di denaro pubblico e manifestazioni di movimenti civici “no ponte” e “si ponte”.

Area Popolare, che già giorni addietro aveva lanciato l’idea del ponte ha plaudito alla parole del premier mentre l’opposizione ha parlato in termini diversi puntando il dito sulle reali esigenze dell’isola.

Per Nello Musumeci il ponte è “un’opera  importante, ma non (a maggior ragione oggi) la più importante. In Sicilia è allarme dissesto idrogeologico. Franano le strade e le montagne. I tempi dei trasporti ci hanno riportato indietro di qualche decennio: quanti di voi sanno che da Trapani a Ragusa in treno un turista (o un pendolare) impiega mezza giornata? E che si devono cambiare sei treni? Ecco, allora, che in perfetto stile-Renzi arriva un annuncio, l’ennesimo, con una sola funzione: saldare un’alleanza politica che legittimi alcuni transfughi a preparare il definitivo salto della quaglia. Ha aperto la campagna elettorale il premier-segretario”.

Marco Falcone, capogruppo di Fi all’Ars, occorre “costruire il ponte utilizzando innanzitutto risorse private e contemporaneamente si potenzi la rete stradale e ferroviaria siciliana. Il ponte, destinato a divenire una delle più importanti infrastrutture europee, renderebbe finalmente concreta la continuità territoriale tra la Sicilia e il resto dell’Italia, da tanti predicata ma mai praticata”.

Mentre per il M5S, con la parlamentare Federica Dieni, “fa specie che proprio in queste giornate così difficili il presidente del consiglio decida di confermare l’assurdo progetto del Ponte di Messina. Di fronte a quanto sto vedendo questa dichiarazione fa male e risulta incomprensibile”.