Continua la battaglia per “salvare” l’ospedale Piemonte di Messina

MESSINA – Continua la guerra giudiziaria del presidente del comitato spontaneo “salvare l’ospedale Piemonte”, Marcello Minasi sulle “contravvenzioni concernenti l’ordine pubblico e la tranquillità pubblica”.

Guerra che continua dopo l’ordinanza del 5 ottobre scorso emanata dal sindaco, Renato Accorinti, che di fatto ha bloccato lo smantellamento del pronto soccorso dell’ospedale Piemonte, intimando al direttore generale dell’azienda ospedaliera Papardo-Piemonte di “astenersi dall’attuare la rispettiva deliberazione del 16 settembre 2015, mantenendo nello stabilimento ospedaliero il pronto soccorso e,con esso, tutte le unità operative che fin ora hanno operato nel presidio in funzione di esso.”

Il Comitato nella denuncia chiede che venga rispettata la stessa Ordinanza, anche nella parte in cui si intima il ripristino dei reparti già trasferiti al Papardo e strettamente connessi col Pronto Soccorso, ovvero Chirurgia, Cardiologia, Medicina e Ortopedia, così come formulato da Minasi rivolgendosi alla Magistratura: “Va da sé che le unità operative traslocate durante l’estate al Papardo con il pretesto dell’organizzazione delle ferie, ma con il malcelato protervo disegno di preparare l’eliminazione del pronto soccorso, debbono ritornare nei locali dell’Ospedale Piemonte fino al concreto effetto di un atto legislativo regionale onde scongiurare i pericoli per l’incolumità ed addirittura per l’ordine pubblico ventilati”.

Minasi segnala nell’esposto anche “qualcuno degli effetti paradossali e pericolosi prodotti dall’ingiustificato e francamente sospetto accanimento e dalla fretta con cui si vuole procedere alla chiusura del pronto soccorso in centro.In occasione della riunione convocata dalla dottoressa Parrinello di direttore medico di presidio – si continua nell’istanza –  emerge con estrema chiarezza, ad esempio, che i locali destinati all’ortopedia al Papardo sono assolutamente insufficienti ad ospitare tutti i letti e le attrezzature che possano assicurare l’ intervento di urgenza.”

Lo stesso, con ancora più allarmante chiarezza si deduce dalle dichiarazioni del dottor Sutera riguardo il reparto di rianimazione dove afferma che “non è strutturalmente possibile ospitare i sei letti dell’ospedale Piemonte, il tutto mentre restano inutilizzati molti posti letto dell’ospedale Piemonte e i pazienti rischiano per l’incolumità”.

Inoltre, sono stati segnalati due diversi casi, conseguenti alla mancanza degli opportuni reparti al Piemonte, con pazienti, anche con sospette gravi situazioni, sballottati a Taormina o allo “Iomi di Ganzirri”, per mancanza di posti negli altri nosocomi cittadini.

Il tutto, fa notare il Comitato, mentre “Il DG, che si guarda bene dal fare le assunzioni temporanee previste dalla legge per supplire a temporanee necessità (ad es. i turni feriali con cui ha giustificato l’inizio dello smantellamento), si preoccupa di assumere dermatologi e statistici”.