Caso De Luca, il deputato: “Sono innocente. Il successo elettorale non lo toglie nessuno”

Caso De Luca, il deputato: “Sono innocente. Il successo elettorale non lo toglie nessuno”

MESSINA – Ancora polemiche sul caso che ha visto coinvolto Cateno De Luca, eletto tra i 70 deputati dell’Ars alle recenti elezioni regionali. Tramite un lungo post su Facebook, il deputato esprime la sue scuse nei confronti degli elettori che hanno deciso di votarlo:

“Chiedo scusa ai miei sostenitori ed elettori per ciò che subiranno nei prossimi giorni. Posso solo dirvi – continua De Luca – che i fatti contestati risalgono al periodo 2007-2012 per i quali risulta pendente presso la commissione tributaria regionale un procedimento: mi contestano che io avrei agevolato il Caf Fenapi ad evadere il fisco. Quindi non sarei io l’evasore ma il Caf Fenapi di proprietà della Fenapi che ha oltre 300mila soci”. 

Un occhio di riguardo non manca nemmeno per chi ha appoggiato lui e il centrodestra: “Preservate il nostro meritatissimo ed onestissimo successo elettorale dagli attacchi dei medesimi ambienti che già sapevano del mio arresto”.

Come fa intendere da quanto scritto, Cateno De Luca sapeva già che lo avrebbero arrestato, perché già “certi ambienti” lo avevano avvertito. “E oggi più di ieri vi dico che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione. Nei prossimi giorni – afferma De Luca – saprete il perché non vogliono che io faccia il sindaco di Messina. Ringrazio i militari che stamattina alle ore 7,25 hanno suonato alla mia porta per arrestarmi in quanto sono stati un esempio di professionalità, gentilezza e riservatezza. Io li aspettavo da qualche giorno”.

In questo momento il deputato si trova agli arresti domiciliari a Fiumedinisi, da cui, come lui stesso dichiara, pensa “solo a preservare moglie, figli e famiglia dall’ulteriore calvario giudiziario che li attende”. Un autentico fiume in piena che non si arresta nemmeno quando racconta la sua versione dei fatti: “Tale richiesta risale al 10 gennaio 2017 e il GIP per motivi a noi non troppo ignoti ha firmato l’ordinanza di arresto il 3 novembre 2017”.

“A dicembre 2016 avevamo depositato l’ennesima denunzia nei confronti di una parte della magistratura di Messina ed alcuni organi inquirenti che avevano commesso troppi ‘errori’ nei procedimenti penali aperti a carico di Cateno De Luca: ben 15 procedimenti penali di cui già chiusi 14 con sentenze di assoluzione perché il fatto non sussiste e varie archiviazioni per l’inconsistenza delle accuse”.

Infine, De Luca chiude il suo lungo post con una frase ironica: “Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”.