MESSINA – Il rapporto tra mafia e Chiesa cattolica è stato caratterizzato per lungo tempo da silenzi, mancate condanne, e, nei peggiori casi, da false testimonianze. A sostenerlo è Salvo Ognibene, autore del libro “L’eucaristia mafiosa. La voce dei preti” che verrà presentato mercoledì alle 18 al Feltrinelli Point.
Dialogheranno con lui padre Felice Scalia e Nuccio Anselmo, giornalista della Gazzetta del Sud mentre modererà l’incontro Valeria Grimaldi, redattrice de I Siciliani Giovani.
È stato un percorso interrotto a tratti da moniti di alti prelati, dall’impegno di alcuni ecclesiastici e da alcune tristi morti, come quelle di padre Pino Puglisi e di don Peppe Diana. Percorrendo una linea di ricerca già segnata da due grandi studiosi, Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, “L’eucaristia mafiosa” prende le mosse da cenni storici su questo controverso rapporto, per poi approfondire alcune dinamiche: la presenza della criminalità nella gestione delle processioni religiose; i funerali in grande stile dei capi clan; la “tradizione” di tenere importanti riunioni nell’ambiente protetto dei luoghi sacri, profittando della odiosa analogia tra la ritualità mafiosa e quella religiosa.
Di contro, Salvo Ognibene interroga i protagonisti di un’altra Chiesa, cattura le voci di coloro che, con il loro concreto operato, permettono oggi di rivalutare la posizione del clero, non solo al sud ma nell’Italia tutta: Monsignor Pennisi; Don Giacomo Ribaudo; Monsignor Silvagni; Don Giacomo Panizza; Don Pino Strangio, Suor Carolina Iavazzo.
Preti e suore che hanno preso posizione e hanno fatto del cattolicesimo, ognuno a modo proprio, uno strumento di lotta alle mafie.
Mercoledì pomeriggio, quindi, la presentazione del libro.