MESSINA – In data odierna, alle prime ore del mattino, la Polizia Stradale di S.Agata Militello ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, disposto dal G.I.P. del Tribunale di Patti, su richiesta di questa Procura della Repubblica, avente a oggetto il viadotto autostradale denominato “Buzza”, carreggiata con direzione Messina – Palermo, compresa tra il km 119+620 e il km 120+840 della autostrada A20 ME-PA, gestita dal Consorzio Autostrade Siciliane, nel territorio del Comune di Caronia.
Il decreto di sequestro preventivo, in particolare, ha interessato il viadotto autostradale lato mare, posizione nord, su cui poggia la carreggiata autostradale con direzione Messina – Palermo, rimane invece libero da vincoli e dunque aperto al traffico il viadotto parallelo esistente nel medesimo tratto, su cui poggia la carreggiata autostradale con direzione inversa Palermo – Messina, sulla quale si svolge attualmente tutta la circolazione veicolare, con doppio senso di marcia.
Il provvedimento cautelare è stato emesso dal GIP del Tribunale di Patti, Eugenio Aliquò, su richiesta dei Sostituti Procuratori Giorgia Orlando e Federica Urban.
Attualmente risultano inscritti nel registro degli indagati per i reati complessivamente sei funzionari del C.A.S., ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di cui sopra; in particolare, si tratta dei direttori generali dell’ente e dei responsabili delle singole aree autostradali, succedutisi negli anni, i quali non avrebbero provveduto alla manutenzione ed al ripristino a regola d’arte della struttura, omettendo di effettuare i lavori necessari per rimuovere le relative, potenziali situazioni di pericolo.
Le indagini sono state avviate a seguito della comunicazione di un utente della strada, il quale aveva segnalato una situazione di pericolo e di potenziale dissesto riguardante il viadotto in questione. A seguito di tale segnalazione, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco ha eseguito apposito sopralluogo sul viadotto, rilevando il “disassamento” dei basamenti dei pilastri portanti della struttura.
Come si può agevolmente rilevare dalla documentazione video – fotografica allegata, i basamenti superiori in calcestruzzo su cui poggia il viadotto e l’intero asse viario risultano fortemente “disassati”, dunque fuoriusciti e disallineati rispetto ai pilastri portanti del viadotto stesso, con la concreta possibilità di uno “scarrellamento” del singolo plinto rispetto all’appoggio ed all’asse viario.
La Procura di Patti ha proceduto alla nomina di un consulente tecnico, nella persona del Professore Franco Buontempi, dell’Università La Sapienza di Roma, il quale, in sinergia con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e con il Distaccamento di Polizia Stradale di S. Agata Militello, all’esito di complesse indagini tecniche, svolte anche tramite l’ausilio di droni e finalizzate ad un’analisi strutturale di tipo analitico e alla valutazione circa la sicurezza e la vulnerabilità dell’infrastruttura, ha concluso come il viadotto “Buzza”, nella carreggiata con direzione Messina – Palermo, mostri chiari segnali di dissesto e di abbandono.
Le indagini tecniche, in particolare, hanno evidenziato come lo stato del viadotto, alla luce della grave situazione di disassamento – disallineamento dei suoi basamenti dai pilastri portanti, debba essere corretto immediatamente per scongiurare il rischio serio e concreto di cedimento immediato e di collasso dell’intera struttura.
Secondo il consulente, il cedimento potrebbe verificarsi, in primo luogo, a seguito di un evento sismico anche di bassa portata; a tale proposito è opportuno ricordare che l’opera in questione è qualificata come “infrastruttura strategica” posta in una zona “a pericolosità sismica medio – alta”, con conseguenze facilmente immaginabili.
Inoltre, sempre secondo il consulente, il rischio concreto di un cedimento potrebbe dipendere anche da semplici “azioni ambientali usuali”, ossia semplici eventi atmosferici naturali, fra cui sono da annoverarsi anche le semplici “variazioni termiche”.
L’opera, nel suo stato attuale, risulta incompatibile con le funzioni di “struttura strategica”, dal momento che non risulta soddisfatto quanto prescritto dalle Norme Tecniche delle Costruzioni 2018 e dagli obblighi prescritti dal Ministero Lavori Pubblici, in materia di controllo delle condizioni di stabilità delle opere d’arte stradali.
In effetti l’organo di vigilanza del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti aveva già intimato al Consorzio per le Autostrade Siciliane di provvedere al monitoraggio immediato delle condizioni dell’opera, alla relativa manutenzione e, nelle more, all’interdizione al traffico veicolare.
Dalle indagini risulta come il C.A.S., invece, nel corso di oltre un anno e mezzo, si sia limitato esclusivamente a interdire al traffico il viadotto, interrompendo anzitempo, e del tutto arbitrariamente, a partire dall’aprile 2019 fino ad oggi, l’azione di monitoraggio che pure era stata inizialmente intrapresa; il C.A.S., inoltre, nel periodo in esame, non ha adempiuto all’avvio di qualsiasi opera di manutenzione o di verifica preliminare necessaria.
Il Gip ha emesso il provvedimento di sequestro, ritenendolo necessario. Sono stati nominati custodi temporanei dell’opera sottoposta a sequestro alcuni funzionari del C.A.S. medesimo.