Verdi: “A Milazzo un disastro annunciato”

Verdi: “A Milazzo un disastro annunciato”

MILAZZO – Grande allarme nel messinese a causa dell’incendio di vastissime dimensioni che si è sviluppato nel corso della notte nel serbatoio 513 della raffineria di Milazzo. Le alte fiamme hanno spinto i cittadini a fuggire e a riversarsi nei comuni limitrofi. L’incendio è sotto il controllo degli uomini dei vigili del fuoco e ad ardere, dopo l’incidente, sono le polemiche.

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Giuseppe Marano, Verdi

NewSicilia.it ha intervistato il portavoce della federazione dei Verdi di Milazzo, Giuseppe Marano. Non ho chiuso occhio stanotte ci racconta l’ambientalista – e quello che è successo era ampiamente prevedibile”.

– Quindi si parla di un disastro annunciato?

Assolutamente sì. Abbiamo sporto numerose denunce e querele in procura. Basta pensare che in passato il comitato tecnico di controllo di Palermo aveva bocciato la sicurezza degli impianti, ma nonostante ciò non è accaduto nulla. Abbiamo portato avanti anni di battaglie su queste tematiche e noi siamo stati citati in giudizio dall’Eni per un risarcimento milionario e al contempo ci siamo interessati delle altre raffinerie siciliane, di Gela e Augusta, anch’esse molto a rischio”.

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– Qual è la situazione attuale in città?



“All’inizio la gente si è riversata in strada e tutti sono fuggiti in autostrada. Chi verso i comuni vicini, chi verso Palermo. I cittadini sanno benissimo che i serbatoi e gli impianti sono collegati tra loro e che il rischio di esplosioni a catena è fortissimo. Possono esplodere gli impianti del topping che sono pericolosissimi. Potrebbero essere coinvolte intere province. Occorre un serio ragionamento sulla sicurezza di questi impianti: potrebbe saltare in aria mezza Sicilia”.

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– Quali conseguenze avrà l’esplosione sull’area?

“A livello di inquinamento sono stati emessi tonnellate di benzene e sostanze volatili derivanti dal petrolio. Si tratta di un danno incommensurabile per il mare, l’aria e le falde acquifere. Numerosi cittadini erano già in causa con la raffineria per le continue emissioni di gas che rendevano l’aria irrespirabile. Chiediamo un intervento deciso della procura su questa vicenda per accertare le responsabilità del disastro”.

– Come reputa la successiva gestione dell’incidente?

“Noi non abbiamo un piano di emergenza esterna. Con un impianto così a rischio non vi è alcun piano che indichi le modalità di fuga, i punti di raccolta e le azioni da seguire. Questi piani sono solitamente concertati dal sindaco, dalle forze dell’ordine, dalla prefettura e dalla protezione civile. Invece a Milazzo non si sapeva cosa fare e ci sono state fughe di massa. Questo è gravissimo”.