LIPARI – Una triste scoperta è stata fatta nel mare antistante l’isola di Lipari: una tartaruga Caretta Caretta è stata rinvenuta morta a causa dell’ingestione di plastica. A raccontare l’evento è Monica Blasi, biologa e direttrice di “Filicudi Wildlife Conservation – pronto soccorso tartarughe marine“.
La scoperta è stata fatta durante una nuotata nella zona dei faraglioni di Lipari. La corrente aveva portato sotto costa la carcassa della giovane tartaruga insieme a molte meduse e una grande quantità di immondizia, principalmente plastica, che si era concentrata in un unico punto.
La biologa romana, da anni trapiantata alle Eolie, ha svolto la necroscopia sull’esemplare, riscontrando la presenza di frammenti di plastica nello stomaco e nell’intestino, ma non ha trovato ami e lenze. Purtroppo, le condizioni della carcassa non erano tali da effettuare ulteriori valutazioni per stabilire le cause certe della morte.
Monica Blasi ha inoltre riferito di avere recuperato diversi pezzi di plastica e di avere liberato una decina di meduse e altri organismi marini intrappolati.
È una situazione preoccupante che si ripete purtroppo spesso in tutto il mondo, in cui la plastica rappresenta una minaccia costante per la vita marina.
Il mare è un ecosistema fragile e la presenza di rifiuti di plastica lo mette a rischio. La plastica, infatti, non è biodegradabile e può persistere nell’ambiente per centinaia di anni, spezzettandosi in microplastiche che, a loro volta, vengono ingerite dagli organismi marini.
La plastica, infatti, non scompare una volta dispersa in acqua ma si degrada lentamente in piccoli frammenti che si accumulano nei fondali marini. Questi frammenti sono molto pericolosi per la fauna marina, che spesso li scambia per cibo. La Caretta Caretta, in particolare, è una specie a rischio e l’ingestione di plastica può causare lesioni interne, ostruzioni e soffocamento.
Inoltre, la plastica non si limita a uccidere direttamente questi animali, ma causa anche danni indiretti all’ecosistema marino. La plastica che viene ingerita dalle tartarughe marine può contaminare le catene alimentari, trasferendo sostanze tossiche ad altri animali e, infine, all’uomo.
Questa triste scoperta dovrebbe far riflettere sull’importanza di adottare comportamenti responsabili per ridurre l’uso della plastica e il suo smaltimento in mare.
È necessario un impegno collettivo per proteggere il nostro mare e la vita marina, non solo per il bene delle specie che lo abitano, ma anche per la nostra stessa sopravvivenza, poiché il mare rappresenta una fonte essenziale di cibo e di ossigeno per il nostro pianeta.
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