Cronaca

Sequestrati beni per oltre 7 milioni di euro a Molino: l’imprenditore sarebbe legato al clan dei Barcellonesi

BARCELLONA POZZO DI GOTTO – Nel corso della mattinata odierna, personale della Direzione Investigativa Antimafia di Messina, a conclusione di una approfondita attività investigativa, culminata nella proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale a firma del direttore della D.I.A., in piena sinergia con la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, guidata dal dottor Maurizio De Lucia, ha proceduto al sequestro di tutto il patrimonio, quantificato in 7.200.000 euro, di Domenico Giuseppe Molino, di Barcellona Pozzo di Gotto, noto imprenditore edile, già coinvolto nel procedimento penale “Gotha VII”, per il quale è stato condannato in primo grado, da ultimo, a 11 anni di reclusione per aver commesso, in concorso con altri, reati di estorsione e trasferimento fraudolento di valori, avvalendosi dell’aggravante mafiosa.

Nel stesso procedimento sono stati condannati alla pena di 2 anni, la moglie dell’imprenditore e quella di Antonino Polito quale suo prestanome.

Come confermato dalle recenti ordinanze cautelari, personali e reali, emesse nell’ambito dell’operazione “Gotha VII”, Molino risulta imprenditore ben inserito nel contesto della criminalità organizzata riconducibile al clan dei barcellonesi con esponenti del quale ha intessuto, fin dagli anni ’80, stretti legami di tipo “familiare-affaristico”. A riprova delle cointeressenze con il “clan dei barcellonesi”, lo stesso giudice della prevenzione ha richiamato la presenza al matrimonio dell’imprenditore barcellonese dello storico boss, Giuseppe Gullotti.

Inoltre, dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Carmelo D’amico, Santo Gull0 e Carmelo Bisognano, si sottolinea che Molino viene indicato quale persona facente parte del sodalizio criminale già conosciuto quale “Gruppo di Gala”, appartenente alla più ampia famiglia barcellonese, e poi confluito in quello capeggiato dal citato collaboratore di giustizia Carmelo D’amico.

La sua abitudine a delinquere è comprovata non solo dai ripetuti contatti con rinomati pregiudicati, ma ancor di più è dimostrata dal vincolo che lo lega alla famiglia Milone, che risultano all’interno del medesimo gruppo mafioso Filippo e Agostino, rispettivamente suocero e cognato del proposto, soggetti coinvolti in diversi procedimenti penali anche per reati in materia di droga ed estorsione.

Con l’odierno provvedimento ablativo, disposto dal locale Tribunale-Sezione Misure di Prevenzione, vengono colpite due imprese operanti nel settore edile risultanti nella totale disponibilità dell’imprenditore, denominate GRAMEY S.r.l. ed EDIL DELTA S.r.l., con apprensione di tutto il patrimonio aziendale. La misura patrimoniale interessa anche i possedimenti personali, per un totale di 21 immobili dislocati a Barcellona Pozzo di Gotto e nel Comune di Crotone, oltre a vari beni mobili e svariati rapporti finanziari.

Le indagini eseguite sul conto della famiglia Molino, supportate dalle risultanze degli accertamenti finanziari sui conti bancari intestati a terzi compiacenti, hanno permesso di rilevare una totale incapienza reddituale, recepita in toto dal Tribunale di Messina, riferita all’intero patrimonio oggi sottoposto a misura di prevenzione.

Immagine di repertorio

Redazione

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