Scommesse clandestine e sequestro di persona: duro attacco al clan Giostra

Scommesse clandestine e sequestro di persona: duro attacco al clan Giostra

MESSINA – Dall’alba di questa mattina gli uomini di Polizia e Carabinieri, in un’operazione congiunta,  stanno eseguendo 24 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di presunti esponenti del clan mafioso Giostra di Messina, che avrebbero gestito un vasto giro di scommesse clandestine.

Gli arresti stanno scattando non solo a Messina, ma anche a Catania, Enna, Mantova e Cagliari. Dei 24 destinatari delle ordinanza, 20 andranno in carcere, tre ai domiciliari e uno verrò sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma.

Sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, detenzione illegale di armi, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa, corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali, aggravati dalle modalità mafiose.

Fra le accuse mosse al gruppo c’è anche la vicenda di un giovane picchiato selvaggiamente e poi sequestrato per una settimana. L’episodio risale all’agosto 2014 e sarebbe avvenuto all’interno del Lido Park di Mortelle di Messina. Il giovane veniva ritenuto autore di alcuni furti commessi senza l’autorizzazione del boss competente per territorio e per questo sarebbe stato punito. Ad eseguire la punizione esemplare sarebbero stati due degli arrestati.

L’inchiesta ha inoltre accertato come la cosca di Giostra potesse contare sulla complicità di un avvocato, Giovanni Bonanno, incaricato dell’amministrazione giudiziaria di due imprese confiscate nel 2012, lo stabilimento balneare “Al pilone” e la società di distribuzione di videopoker “Eurogiochi”, mentre alle capacità manageriali di un professionista, Antonio D’Arrigo, agli arresti domiciliari era affidata l’effettiva conduzione della discoteca “Il Glam” e di alcuni stabilimenti balneari tutti riconducibili al clan anche se intestati ad insospettabili. Ai domiciliari anche il vicepresidente del Messina Calcio, Pietro Gugliotta.
 
Altri esponenti del clan avevano creato un sistema di imprese che apparivano come legali ma senza i requisiti per operare nel mercato dei giochi online. Vere e proprie piattaforme di gioco d’azzardo online che raccoglievano le puntate e pagavano le vincite utilizzando server con sedi all’estero. Gli introiti venivano reinvestiti nell’acquisto di videopoker, totem e slot-machine che venivano modificati con l’installazione di software illegali. I proventi delle attività illegali venivano reinvestiti anche in ristoranti, pub e discoteche, alcuni dei quali affidati alla gestione di Maddalena Cuscinà, moglie del boss Luigi Tibia.

Il gip ha anche ordinato il sequestro di molte attività, tra cui il campo di calcetto “Casa Pia” di via Placida, il ristorante “Sapori del Mattino” di via Manzoni, il lido balneare di Mortelle, la stalla della scuderia Bellavista e le attrezzature di 22 sale giochi e centri scommesse, tra cui “Biliardi sport”, “Internet point mania” e “Betyitaly”.

A capo della cosca di Giostra è Luigi Tibia, nipote del boss detenuto Luigi Galli, che sarebbe riuscito ad ottenere per la stagione estiva 2014 la gestione del lido-piscina del complesso turistico “Giardino delle Palme” di Mortelle grazie all’appoggio del commissario liquidatore della società Pietro Gugliotta, attuale vicepresidente della società Calcio Messina.

Sotto la lente di ingrandimento anche la figura dell’imprenditore Carlo Smiraglia che avrebbe messo a disposizione del clan di Giostra le sue risorse economiche, assumendo personale segnalato dalla cosca e finanziando le scommesse relative alle corse clandestine di cavalli, uno dei business controllati dal clan Giostra.