MESSINA – A conclusione di specifici controlli volti al contrasto dell’indebita percezione del Reddito di
Cittadinanza nei comuni della provincia di Messina, i carabinieri del Comando Provinciale di Messina, unitamente al Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro di Messina, hanno denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica del Tribunale di Patti, diretta dal Procuratore Angelo Vittorio Cavallo, nove persone ritenute responsabili di aver percepito indebitamente il sopracitato Reddito di Cittadinanza, così come erogato dall’I.N.P.S..
Al termine delle indagini, i carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Patti, hanno eseguito nei confronti dei nove soggetti di cui sopra, un decreto di sequestro finalizzato alla confisca delle somme indebitamente percepite, pari ad un totale complessivo di 31.767,64 euro, così recuperate dallo Stato.
Il sequestro delle somme è stato disposto dal G.I.P. del Tribunale di Patti, dott. Ugo Molina, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Patti, dott. Andrea Apollonio.
Come è noto, il Reddito di Cittadinanza, introdotto con il D.L. n. 4/2019, nasce con lo scopo di fornire un sussidio economico agli aventi diritto, sulla base di alcuni parametri normativamente previsti, aiutando altresì il beneficiario nella ricerca di uno stabile impiego. La normativa, in particolare, prevede che i richiedenti, al momento della presentazione della documentazione, siano comunque obbligati a comunicare all’INPS l’eventuale presenza di cause impeditive oppure, dopo l’erogazione del sussidio, a comunicare eventuali cause ostative sopravvenute, come per esempio l’irrogazione nei loro confronti di misure cautelari personali, oppure le variazioni della propria condizione economica.
Nello specifico, i carabinieri hanno proceduto al sequestro delle somme di cui sopra nei confronti di un uomo (un 53enne di Patti) che aveva omesso di comunicare le variazioni reddituali rilevanti ai fini della revoca o riduzione del beneficio percepito, avendo nel frattempo avviato un’autonoma attività lavorativa, così percependo indebitamente la somma di circa 4.500 euro.
I carabinieri, inoltre, hanno proceduto al sequestro nei confronti di due donne (una rumena ed una polacca, rispettivamente di 38 e 21 anni), le quali avevano dichiarato falsamente di risiedere da più di 10 anni in Italia; gli accertamenti effettuati tramite controlli sul territorio e consultazione di banche dati, hanno invece consentito di acclarare la mendacità di tali dichiarazioni, così recuperando cinque mensilità indebitamente percepite da una delle donne (pari a 2.500 euro), nonché due mensilità indebitamente percepita dall’altra (pari a 1.200 euro).
I carabinieri, infine, hanno proceduto al sequestro nei confronti di ben sei soggetti (una donna e cinque uomini) che avevano omesso di comunicare all’INPS la sopravvenuta irrogazione nei loro confronti di misure cautelari personali (arresti domiciliari, obbligo di dimora, etc.), per reati di vario genere, fra cui detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, stalking, etc.. Fra questi, i carabinieri, in particolare, hanno accertato come un uomo di 49 anni di Patti, avesse omesso di comunicare all’ente erogatore la sottoposizione alla misura cautelare personale coercitiva dell’obbligo di dimora per il delitto di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, così percependo indebitamente la somma di oltre 14.000 euro, somma che è stata parimenti sottoposta a sequestro e dunque recuperata.
Il sequestro per equivalente delle somme indebitamente percepite, in definitiva, oltre alla denuncia in sede penale ed alla sottoposizione al relativo procedimento, appare lo strumento più idoneo per contrastare il pernicioso fenomeno.
I controlli dei militari del Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale carabinieri di Messina proseguiranno, con il coordinamento delle competenti Procure, nell’intera provincia, al fine di contrastare l’indebito percepimento del Reddito di Cittadinanza.
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