CATANIA – Il verificatore nominato dal Tar di Catania conferma che i valori limite di emissione previsti nella AIA rilasciata alla Raffineria di Milazzo nel maggio del 2018 sono, per alcuni inquinanti, meno restrittivi di quelli previsti dall’AIA previgente rilasciata nel maggio del 2011. Inoltre, secondo la sentenza, per le emissioni di alcuni inquinanti da alcuni camini non sono stati prescritti limiti di emissioni.
Nel luglio del 2018 i Comuni di Condrò, Gualtieri Sicaminò, Monforte San Giorgio, Pace del Mela, San Pier Niceto, Santa Lucia del Mela, Merì, tutti in provincia di Messina, con l’intervento ad adiuvandum dell’Associazione ADASC, hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo regionale di Catania avverso il decreto di AIA del 2018, sostenendo che l’autorizzazione rilasciata avrebbe prescritto limiti meno severi dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) previgente o, addirittura, non ne avrebbe prescritti affatto. Quanto sostenuto dai Comuni e dall’associazione ADASC è stato confermato dal verificatore del Tar.
“Finalmente è stata fatta chiarezza, nel 2018 abbiamo più volte scritto al Ministero dell’Ambiente per evidenziare che l’AIA rilasciata non era in linea con le disposizioni normative – dichiara Peppe Maimone, presidente ADASC -. Ci siamo dovuti rivolgere al tribunale amministrativo per avere conferma che la nuova AIA è meno restrittiva, quindi illegittimità. Attendiamo adesso la decisione finale del Tar.”
Nel frattempo, appresa la decisione del verificatore, la Direzione Generale del Ministero dell’Ambiente ha avviato il procedimento di riesame dell’AIA per l’integrazione dei valori limite di emissione di agenti inquinanti, precisamente quelli contestati dai Comuni e dall’associazione ADASC dinanzi al TAR. “Riteniamo che l’avvio del procedimento del riesame è una mossa dei burocrati del Ministero dell’Ambiente in vista dell’udienza che si terrà giorno 17 dicembre, perché hanno la reale preoccupazione che il Tar, vista la relazione, possa dichiarare l’illegittimità dell’Autorizzazione rilasciata alla Raffineria di Milazzo. I cittadini della Valle del Mela non possono continuare a subire emissioni inquinanti autorizzate da una AIA illegittima e quindi auspichiamo, a tutela della salute pubblica, che vengano urgentemente ripristinati i limiti in base alla normativa vigente“, prosegue Maimone.
“L’associazione ADASC nei giorni scorsi ha scritto al Ministero dell’Ambiente sollecitandolo a concludere con urgenza il riesame dell’autorizzazione della raffineria Milazzo in riferimento ai serbatoi di stoccaggio e all’inquinamento del suolo alla luce di quanto emerso nel corso della visita ispettiva e delle attività del CTR, a seguito della riscontrata perdita di prodotto idrocarburico, verificatosi in un serbatoio della Raffineria di Milazzo“, conclude Peppe Maimone.
Infatti, a seguito della perdita di prodotto idrocarburico il 7 marzo 2018, nell’aprile del 2018 Ispra ha effettuato un sopralluogo all’interno dell’industria e il ministero, nel gennaio del 2019, ha disposto un riesame dell’AIA, ma dopo quasi due anni tutto è fermo nei cassetti del ministero dell’Ambiente.
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