MESSINA – Il sindaco di Messina, Renato Accorinti, ha firmato un’ordinanza urgente per contrastare la chiusura del pronto soccorso dell’ospedale “Piemonte” di Messina.
La chiusura, disposta con deliberazione del direttore generale dell’Azienda Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte, era prevista per l’1 Novembre 2015 ma è stata anticipata all’8 Ottobre 2015.
Imminente sarà dunque la scomparsa del servizio di pronto soccorso che, da sempre, ha accolto nel viale Europa, i cittadini di Messina.
La cittadinanza, a seguito della chiusura, dovrà fare riferimento ai servizi di pronto soccorso dei due ospedali più vicini: l’ospedale Papardo, situato nella contrada Papardo e il policlinico G. Martino, situato nella contrada Gazzi.
“Occorre una misura amministrativa che valga ad assicurare la permanenza del Pronto Soccorso del Piemonte, giusto al fine di evitare un’insidiosissima soluzione di continuità del servizio, potenzialmente foriera anche di eventi mortali” queste le parole del sindaco.
Il problema più grave resta comunque il fatto che, l’ospedale più vicino resta il policlinico G. Martino che già di suo accoglie 30 mila accessi annui che, sommati ai 28 mila che il pronto soccorso Piemonte accoglieva, raggiungerebbero una cifra esorbitante che il policlinico non potrebbe accogliere.
Il sindaco ha così spiegato: “I 28.000 accessi annui registrati dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Piemonte investiranno certamente, per grandissima parte, il Pronto Soccorso del Policlinico G. Martino, in quanto il segmento viario di 15 chilometri che separa dal Papardo il centro storico della città e i popolosissimi villaggi a monte è notoriamente impegnato da traffico urbano intensissimo perché serve villaggi e abitati periferici nel nord della città che sono ad altissima densità demografica e proiettati, tutti, lavorativamente e commercialmente sul centro storico; pertanto, il policlinico G. Martino vedrà pressocché raddoppiati gli accessi al proprio Servizio e finirà col negligere la nuova utenza e, a causa di questa, col non soddisfare ormai più la vecchia”.
Una situazione, dunque che, si spera, venga risolta al più presto anche se la “scadenza” è quasi arrivata.