Cronaca

Operazione “Eco Beach”, 21 coinvolti nell’organizzazione criminale: ingente sequestro, così smaltivano i rifiuti da Messina a Catania

MESSINA – È stata rinominata Eco Beachl’operazione dei carabinieri che ha smantellato un’organizzazione criminale impegnata nello smaltimento dei rifiuti.

I militari di Messina hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di 16 provvedimenti cautelari personali e 2 provvedimenti cautelari reali disposti nei confronti di 14 persone tra imprenditori e dipendenti che operavano nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Coinvolti anche due funzionari pubblici della Città Metropolitana di Messina.

Smaltimento di rifiuti, maxi inchiesta: ecco chi sono i 16 arrestati tra Catania e Messina

I reati contestati

Contestati i reati di associazione per delinquere (art. 416 c.p.), attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, (art. 452 quaterdecies c.p.), combustione illecita di rifiuti (art.256 bis d.lvo 152/2006), “invasione di terreni” e “deviazione di acque” (artt. 632 e 633 c.p.) abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), falsità ideologica commessa da P.U. (art. 479 c.p.) e corruzione (art. 319 c.p).

Le indagini

L’indagine, convenzionalmente denominata “Eco Beach”, dal nome della società attorno alla quale ruota tutta l’illecita attività, è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania e della Sezione di Polizia giudiziaria carabinieri della Procura della Repubblica di Messina, e ha avuto inizio, il 16 dicembre 2016, a seguito del controllo eseguito dai militari del NOE e della Compagnia CC di Taormina presso un impianto di trattamento rifiuti di Giardini Naxos (ME) che, nella circostanza, risultò essere stato realizzato, in maniera abusiva, in un’area sottoposta a vincoli di varia natura (tra cui quello di carattere idrogeologico), con l’illecita trasformazione di un lungo tratto dell’alveo di un torrente che lo fiancheggia, attraverso riporti di terreno, in una strada carrabile utilizzata per far giungere al sito i mezzi pesanti trasportanti i rifiuti.

Tale situazione di fatto ha comportato (e potrebbe tuttora comportare) seri e reali rischi di possibili inondazioni anche del centro abitato posto a vale dell’impianto, poiché la trasformazione dell’alveo del torrente (torrente “San Giovanni” in località Cantaro del comune di Taormina) nella suddetta strada a fondo battuto ha notevolmente ristretto la larghezza naturale del corso d’acqua, determinando il difficoltoso deflusso naturale delle acque in caso di precipitazioni particolarmente avverse, fatto peraltro già verificatosi in almeno due occasioni negli ultimi tre anni.

Lo sviluppo dell’attività ha poi fatto emergere il coinvolgimento, in ipotesi di traffico illecito di rifiuti, di più soggetti e più società direttamente collegate alla prima e al suo titolare di fatto, tanto che, nel maggio del 2018, la direzione delle indagini fu assunta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.

Nel dicembre 2018, l’impianto della società ECO BEACH s.r.l. di Giardini – Naxos (ME) è stato sottoposto a stringente ispezione da parte del N.O.E. di Catania e, per le gravi violazioni contestate, sequestrato. Tale provvedimento è stato convalidato da gip e ulteriormente confermato dal Tribunale del Riesame, cui gli interessati avevano avanzato ricorso.

Nell’ambito delle indagini sono emerse reiterate condotte illecite da parte dei numerosi indagati, in ordine alla compilazione e ricezione di formulari di identificazione contenenti dichiarazioni non veritiere, all’occultamento, distruzione e l’incenerimento illecito di rilevanti quantità di rifiuti, fino al rilascio di autorizzazioni illecite lungo una lunga filiera che va dal livello della pubblica amministrazione locale fino ai vertici provinciali del settore ambientale.

Rifiuti, da Messina a Catania: 16 arresti, smantellata organizzazione criminale – IL VIDEO

L’illecita attività si è sviluppata attraverso le condotte dei reati di gestione illecita, discarica abusiva, occultamento e incenerimento di rifiuti, anche di natura pericolosa, tra cui spiccano:

  • Percolato di discarica;
  • Residui della lavorazione meccanica di plastiche, carte e cartone;
  • Sfalci di potatura e scarti della lavorazione del legno;
  • Rifiuti elettronici contenenti sostanze pericolose – cd. RAEE – (frigoriferi);
  • Fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane;
  • Rifiuti biodegradabili da cucine e mense;
  • Rifiuti provenienti dal trattamento meccanico di altre tipologie di rifiuti.
  • Rifiuti ingombranti (materassi).

Si tratta di svariate decine di migliaia di tonnellate, che ha procurato agli indagati un illecito profitto di qualche milione di euro.

Sul fronte dei reati contro la pubblica amministrazione, rilevanti prove sono state raccolte in ordine ai reati di abuso e omissione di atti d’ufficio, falso materiale, falso ideologico, finalizzati al rilascio di autorizzazioni illegittime, necessarie a “coprire” le illecite operazioni di smaltimento, nonché anche in ordine ad un “dimostrato” episodio di corruzione di un pubblico funzionario della Citta Metropolitana di Messina, addetto al controllo, attraverso la cessione di somme di denaro e ricezione di altre regalie (cene e altre utilità), che compensassero un documentato atteggiamento “compiacente” nel corso dei controlli.

Nel provvedimento cautelare viene contestato il reato di associazione per delinquere a 8 indagati, ritenuti partecipi di un’organizzazione strutturale, un gruppo criminale volto alla commissione di una serie indeterminata di reati contro la pubblica amministrazione e in materia ambientale, quali il traffico illecito e lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali, anche pericolosi, con il fine di consentire a taluni imprenditori operanti nel settore ambientale di massimizzare i profitti, attraverso una considerevole riduzione dei costi che avrebbero dovuto sostenere, qualora avessero proceduto a smaltire i rifiuti in modo lecito.

Complessivamente sono 21 gli indagati tra cui:

  • 16 persone direttamente riconducibili alla gestione illecita di diverse società operanti nel settore della gestione dei rifiuti di varie province della Sicilia;
  • 5 persone appartenenti a pubbliche amministrazioni e enti di controllo locali e provinciali della pubblica amministrazione, coinvolti nel rilascio di attestazioni non veritiere, autorizzazioni illegittime e altro.

Nello stesso contesto il giudice per le indagini preliminari ha disposto anche il sequestro dei 2 più importanti impianti di trattamento rifiuti coinvolti nell’indagine, riconducibili alle società ECO BEACH s.r.l. di Giardini Naxos e OFELIA s.r.l. di Catania, per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro.

Le immagini video

 

Redazione

Pubblicato da
Redazione
Tag: Aggiornamento Catania Dettagli Eco Beach Evidenza Indagini Messina Operazione Rifiuti

Post recenti

  • TgFlash

Tg Flash del 14 dicembre – EDIZIONE MATTINA

#TgFlash del 14 dicembre - EDIZIONE MATTINA 🕒 • Incidente mortale sulla Palermo-Agrigento: chi sono…

25 minuti fa
  • Scuola

Le classi seconde e terze dell’IC Cavour al Teatro Ambasciatori per assistere allo spettacolo “A Musical Literature”

CATANIA - Venerdì 12 dicembre, nella prima mattinata, gli studenti delle classi seconde e terze…

1 ora fa
  • Cronaca

Ha sfregiato il proprietario di un circolo sportivo con un coltello: arrestato un 23enne

TRAPANI - La Polizia di Stato ha arrestato un giovane trapanese di 23 anni, accusato…

1 ora fa
  • Economia

Ponte sullo Stretto, il sottosegretario ai Trasporti Ferrante: “Sarà l’emblema dell’Italia del futuro”

SICILIA - "Il Ponte sullo Stretto di Messina non è solo un'opera infrastrutturale destinata a…

2 ore fa
  • Sport

Palermo-Catanzaro, i rosanero senza Diakitè: le probabili formazioni

PALERMO - Domani, domenica 15 dicembre alle ore 15:00, il Palermo tornerà in campo al…

2 ore fa
  • Cronaca

Immigrati irregolari come dipendenti in condizioni di sfruttamento: imprenditore edile accusato di caporalato

MESSINA - Un'importante operazione è stata condotta dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Messina…

3 ore fa