TAORMINA – I finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno arrestato un noto avvocato e notificato un divieto di dimora nel comune di Taormina a un ex dirigente comunale, ora in pensione, ritenuti responsabili dei reati di peculato e corruzione, per essersi appropriati delle somme relative al servizio idrico versate dagli utenti morosi.
L’operazione scaturisce da una complessa attività d’indagine, eseguita dai militari di Taormina e coordinata dal Gruppo delle Fiamme Gialle di Messina, che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina.
Nell’ambito della stessa operazione sono stati sequestrati beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 800mila euro.
Le indagini hanno consentito di accertare che l’avvocato, nella sua qualità di incaricato dall’Amministrazione comunale alla riscossione delle somme dovute per la fornitura dell’acqua nei confronti degli utenti morosi, unitamente al responsabile dell’area Servizi Generali e dell’Ufficio Riscossione del Servizio acquedotto del comune di Taormina, hanno omesso di versare nelle casse comunali gli importi riscossi per il pagamento delle utenze idriche, appropriandosi, negli anni, di un importo vicino al milione di euro.
L’attività investigativa trae origine dall’analisi di dati ed elementi acquisiti dalle Fiamme Gialle taorminesi nell’ambito di una verifica fiscale nei confronti del professionista e ha evidenziato come l’ex dirigente comunale, in cambio di denaro e di altre utilità del valore pari a circa 26mila euro individuate attraverso accertamenti patrimoniali, si fosse totalmente sottomesso all’avvocato.
In sede di perquisizione dell’abitazione dell’ex dirigente comunale, è stato ritrovato e sequestrato un “pizzino”, rappresentativo della giustificazione concordata tra i soggetti, per creare una giustificazione alla tangente ricevuta.
Più in particolare, il legale, grazie alla complicità del responsabile dell’ufficio idrico, che pertanto ha omesso la prevista attività di controllo, giungendo anche a inserire nel sistema informatico comunale “AcqueWin” – da qui il nome dell’operazione – dati falsificati, ha negoziato direttamente sul suo conto corrente personale gli assegni degli utenti morosi (comportamento definito dallo stesso giudice come “inquietante”), ovvero si faceva pagare in contanti, a fronte di uno sconto all’utente, nell’ottica di non lasciare traccia degli importi ricevuti.
La cosa ancora più grave, tuttavia, appare come tale strutturata e indisturbata attività di sistematica appropriazione di denaro pubblico risultasse nota a molti impiegati della macchina comunale della Perla dello Jonio, come emerge dal contenuto delle intercettazioni, ma purtroppo, come spesso le cronache giudiziarie registrano, l’omertà e la connivenza dei pubblici dipendenti divenivano il volano del perpetrarsi, nel tempo, delle condotte illecite.
Secondo l’ipotesi d’accusa, proprio il connubio criminale oggi svelato ha consentito al legale di riuscire a mantenere l’incarico sin dal 1995, nonostante i vari avvicendamenti delle amministrazioni comunali, continuando, in tal modo, a perseverare in maniera indisturbata nella sua azione criminogena.
In sintesi, considerato il valore probatorio degli elementi raccolti nel corso dell’attività d’indagine, rilevato il rischio di reiterazione delittuosa da parte degli indagati, l’autorità giudiziaria peloritana ha disposto la misura degli arresti domiciliari nei confronti dell’avvocato F.L.F., di 60 anni, e il divieto di dimora nel comune di Taormina (ME) nei confronti dell’ex dirigente comunale G.C., 67enne in pensione dal 31 dicembre scorso, prevedendo, altresì, il sequestro per equivalente delle somme costituenti il profitto di peculato e il prezzo della corruzione, per un importo complessivo pari a 817mila euro.
Nella mattinata odierna, pertanto, i finanzieri hanno dato esecuzione al provvedimento e sequestrato 3 unità immobiliari di proprietà del professionista e, tra le altre, le somme maturate dall’ex dirigente a titolo di trattamento di fine servizio a seguito della cessazione del rapporto di lavoro.
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