PALERMO – Nuovi aggiornamenti sull’omicidio di Badr Boudjemai, l’algerino noto come Samir ucciso con tre colpi di pistola nella notte tra il 3 il 4 novembre scorsi in via Roma a Palermo.
Un testimone ha fornito la sua versione al processo. Si tratta di Giuseppe Lo Jacono, cuoco e marito della titolare del ristorante Appetì, a Palermo, dove lavorava la vittima.
Giuseppe Lo Jacono punta il dito contro i due tunisini
“All’inizio i rapporti con la famiglia Elabed erano cordiali, poi sono arrivati gli screzi. Avevano da ridire su tutto, noi cercavano di evitare ma loro erano spesso aggressivi“. Lo Jacono ha accusato Aly Elabed Baguera, 32enne, e lo zio Kamel Elabed di 61 anni nella testimonianza resa ieri nel processo davanti alla Corte d’Assise presieduta da Vincenzo Terranova.
I due tunisini sono accusati di avere ucciso il cameriere che consideravano un rivale negli affari del loro locale che si trova in via Emerico Amari proprio di fronte a quello della vittima.
La competizione e la tragedia
Il testimone ritiene che il movente dell’omicidio risiederebbe nella gelosia nutrita dai loro concorrenti. Questi sarebbero stati disturbati dall’intraprendenza del collega che, grazie alla sua simpatia e professionalità, avrebbe convinto numerose persone a sedersi nei tavoli all’aperto di Appetì.
Boudjemai, come Aly Baguera, faceva il “buttadentro“. I due, dunque, erano in competizione per attirare i clienti e da qui sarebbero nate le liti. Queste talmente forti da sfociare della tragedia avvenuta di fronte alle poste centrali di via Roma.
In foto la vittima