Messina, usuraia impone pagamento di oltre 7mila euro a un’impiegata: arrestata

Messina, usuraia impone pagamento di oltre 7mila euro a un’impiegata: arrestata

MESSINA – Nella nottata appena trascorsa, il personale della Polizia di Stato ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di una donna, ritenuta responsabile dei reati di usura, estorsione e furto aggravati. L’azione investigativa in questione rappresenta l’epilogo di recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica al Tribunale di Messina su una complessa vicenda che ha visto un’impiegata in difficoltà economiche rimanere costretta dal giogo usuraio gestito dall’indagata.

Nel mese di aprile del 2020, la vittima si è presentata negli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Messina raccontando che, già nel marzo 2019, in ragione delle difficili condizioni economiche in cui versava, aveva dovuto rivolgersi a una sua amica, Angela Santapaola, la quale le ha fornito un prestito iniziale di 1.500 euro. Inoltre, tra i mesi di dicembre 2019 e gennaio 2020, quest’ultima ha concedeva in prestito alla vittima altri 2.400 euro per un importo complessivo, quindi, di 3.900 euro. A fronte delle somme prestate, l’indagata si fece promettere e poi dare la somma di 7.731 euro applicando, quindi, un tasso di interesse, da ritenersi usurario, stimabile attorno al 90% annuo.

Al fine di conseguire gli illeciti vantaggi, la Santapaola ha commesso altre gravi condotte nei confronti della vittima, consistenti in vere e proprie azioni estorsive (una consumata e una tentata) e nel furto del portafogli. L’indagata, infatti, ha intimato alla stessa il pagamento di quanto pattuito, minacciandola di privarla dell’auto e/o della casa di proprietà. Ma le intimidazioni più gravi, in forma diretta o indiretta, consistettero nell’avviso alla parte offesa che, qualora quest’ultima non avesse restituito quanto asseritamente dovuto, anche attraverso pericolose e non meglio indicate persone conosciute dall’indagata, sarebbe stata avviata alla prostituzione o ad attività di spaccio di stupefacenti o, ancora, nella più grave delle ipotesi prospettatele, sia lei che il figlio avrebbero rischiato di essere ammazzati.

La vittima, esasperata, decideva quindi di rivolgersi agli investigatori della Sezione Reati contro il patrimonio della Squadra Mobile che attivavano immediate indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica. Le attività investigative, supportate da operazioni di captazione, servizi dinamici sul territorio, analisi dei dati economico-patrimoniali dell’indagata, verifiche documentali e acquisizioni informatiche, hanno permesso di raccogliere gravi elementi indiziari a carico della Santapaola.

Condividendo il quadro accusatorio ricostruito dagli investigatori, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina, nella persona del Pubblico Ministero titolare delle indagini, ha richiesto e ottenuto a carico dell’odierna arrestata, dal competente giudice per le indagini preliminari, la misura della custodia cautelare in carcere e il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di somme presenti su conti correnti riconducibili alla stessa, fino al raggiungimento dell’importo di 6.831 euro e, in caso di incapienza dei sopracitati rapporti, anche di alcuni veicoli sempre entro i suddetti limiti di valore.

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