MESSINA – È stato trovato morto uno squalo di tipo “capopiatto” a due metri dalla riva di Torre Faro a Messina. La carcassa dell’animale è stata rinvenuta grazie ad una segnalazione arrivata tramite chiamata alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Messina. Sul luogo del ritrovamento è intervenuto il personale veterinario dell’Università di Messina per effettuare ulteriori accertamenti e comprendere le cause di morte dell’animale.
Lo squalo “capopiatto” si adatta a diverse condizioni ambientali, essendo capace di sopravvivere sia in acqua dolce che salata. Questo predatore opportunistico si nutre di una vasta gamma di prede, tra cui pesci, molluschi, tartarughe marine, mammiferi marini, e talvolta anche esseri umani. Può crescere fino a superare i 4 metri di lunghezza e pesare fino a 320 kg. Ha un corpo snello e muscoloso con una testa ampia e piatta, che gli conferisce il nome comune di “capopiatto”. La sua pelle è solitamente grigia o marrone, con bande bianche o gialle sui fianchi.
Questi squali sono noti per il loro comportamento aggressivo e la loro reputazione di attaccare gli esseri umani, ma nella realtà gli attacchi sono rari e la maggior parte degli incontri con gli esseri umani finisce senza conseguenze negative. Questa specie di squalo è stata oggetto di studi scientifici a causa della sua abilità di adattarsi a diversi ambienti. Tuttavia, gli squali “capopiatto” sono considerati vulnerabili a causa della pesca eccessiva e della perdita di habitat dovuta all’attività umana.
Foto di repertorio
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