Cronaca

Messina, sequestro di beni e condanna per traffico di stupefacenti

MESSINA – I militari dell’arma del reparto provinciale di Messina hanno eseguito un decreto di sequestro beni emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Messina, su richiesta della Procura, nei confronti di un uomo di 61 anni, già noto alle forze dell’ordine, ritenuto affiliato all’organizzazione mafiosa “famiglia barcellonese“.

Sequestro di beni a Messina, è il secondo in pochi mesi

Il provvedimento recentemente eseguito rappresenta un’ulteriore azione rispetto a quella operata il 14 ottobre 2024, nella quale erano stati già congelati beni e società per una stima totale intorno ai 170 mila euro, in vista di una possibile confisca. Il precedente sequestro era determinato da un’attività di verifica sui beni del soggetto, condotta dai carabinieri, che aveva fatto emergere una sproporzione significativa tra il patrimonio posseduto e i redditi ufficialmente dichiarati dal soggetto e dai suoi familiari.

Il 61 enne era arrestato precedentemente nell’ambito dell’operazione “Dinastia“, eseguita dai reparti speciali ROS e del comando provinciale dei carabinieri di Messina, sotto il comando della direzione distrettuale antimafia della città peloritana. Tale operazione, avvenuta il 28 febbraio 2020, aveva portato all’emissione di misure cautelari nei confronti di 59 persone collegate al gruppo mafioso conosciuto come gruppo del Longano. A seguito delle indagini, l’uomo era riconosciuto colpevole, con verdetto ancora non definitivo pronunciato dalla Corte d’Appello di Messina, e condannato a 16 anni e 8 mesi di reclusione per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Intestazione fittizia per eludere il sequestro

Le più recenti indagini sul fronte economico-finanziario hanno rivelato l’esistenza di un’ulteriore impresa attiva a Milazzo, che è oggetto del sequestro eseguito. L’azienda, attiva nel settore dei parcheggi e delle autorimesse, sarebbe creata per rimpiazzare quella già colpita dal sequestro del novembre 2024, ed era amministrata di fatto dal 61 enne mediante l’utilizzo di familiari o intestazione fittizie.

Redazione

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