Messina, sequestrati quasi tre milioni di euro a una società attiva nel settore dei supermercati – VIDEO

MESSINA – Importante sequestro per reati fiscali, del valore di circa tre milioni di euro, eseguito dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina.

In particolare, il focus investigativo ha riguardato un’importante società messinese, attiva nella gestione di supermercati, presente in numerosi centri della fascia tirrenica della provincia.

Le indagini sono state originate da una mirata attività di controllo tributario effettuato dalla locale Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate.

Le accuse alla società peloritana

La società, in relazione al periodo d’imposta 2019, ha omesso di versare l’imposta sul valore aggiunto per un ammontare pari a circa tre milioni di euro (nonostante oggetto di corrispondente dichiarazione IVA presentata nel settembre 2020). Il tutto in un evidente stato economico fortemente dissestato.



Di qui la richiesta e l’intervento del competente Tribunale di Messina che ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca “per equivalente”. Confermate le tesi sostenute dalla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto. Disposta l’assicurazione alle casse erariali e il recupero delle imposte sottratte a tassazione.

Si specifica che il provvedimento cautelare è intervenuto nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie. Quest’ultime dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto della presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.

In concreto, la misura ablativa eseguita ha interessato i saldi dei conti correnti societari e del legale rappresentante. Estesa anche alle quote societarie di sua proprietà ed unità immobiliari, fino all’intera concorrenza dell’importo oggetto dell’omesso versamento.

Si segnala anche come l’azienda ispezionata risultasse, peraltro, già nota alla cronaca giudiziaria e agli organi per il suo pregresso coinvolgimento in significative attività di indagine. L’oggetto era la gestione monopolistica, da parte di una nota cosca di ‘Ndrangheta calabrese.

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