BARCELLONA POZZO DI GOTTO – La guardia di finanza di Barcellona Pozzo di Gotto ha concluso un’indagine nell’ambito del contrasto al fenomeno dell’assenteismo negli enti pubblici e dell’accertamento dei conseguenti danni arrecati all’erario, con la direzione della locale procura della Repubblica.
I finanzieri hanno effettuato delle investigazioni su un impiegato “fantasma”, il quale, per due anni e nove mesi, dal mese di luglio 2012 al mese di aprile 2015, pur risultando virtualmente presente, nei fatti non si presentava mai sul luogo di lavoro, all’ufficio urbanistica del comune di Barcellona Pozzo di Gotto.
Gli accertamenti eseguiti dalle fiamme gialle, che nella prima fase erano stati fatti dalla polizia municipale, sarebbero partiti dalla segnalazione di un caposervizio del comune il quale, lamentando al proprio dirigente il numero limitato di personale a disposizione, scopriva l’esistenza, ma solo virtualmente, di un’ulteriore dipendente in organico: un soggetto di cui non conosceva neanche l’aspetto fisico, considerato che non si era mai recato nell’ufficio cui era stato assegnato, ufficio oggetto di una significativa riorganizzazione interna con spostamento di personale e cambi d’incarico.
La meticolosa attività investigativa eseguita dai militari delle fiamme gialle, grazie all’acquisizione di documenti ed alle testimonianze delle persone in grado di riferire sui fatti, ha consentito di accertare l’assenza ingiustificata e prolungata del dipendente comunale in esame. Lo stesso si recava ad effettuare la “timbratura” del badge, in entrata ed in uscita, allontanandosi immediatamente. In alcuni casi aveva anche presentato dei certificati medici.
Le accurate indagini hanno permesso d’individuare violazioni di natura penale anche per altri tre soggetti facenti capo all’amministrazione comunale che ricoprivano, all’epoca dei fatti, le cariche di dirigente dell’ufficio urbanistica, segretario generale e di assessore con delega all’urbanistica. Tramite l’analisi dei documenti acquisita è stato dimostrato che gli stessi, pur essendo a conoscenza dell’assenza del dipendente in questione, noncuranti delle continue segnalazioni trasmesse dal caposervizio e nonostante i compiti di vigilanza a loro demandati, non si erano mai attivati per risolvere il problema, consentendo così il perdurare dell’illecito.
Allo scopo di recuperare quanto indebitamente percepito dall’impiegato, sono state calcolate le retribuzioni e gli oneri previdenziali e contributivi erogati, con conseguente segnalazione di danno erariale alla procura regionale della Corte dei Conti sia del responsabile che degli altri tre soggetti in concorso per un importo di oltre 64.000 euro.
Nei confronti degli indagati, il dipendente Giovanni Mascia, l’ex assessore Roberto Iraci, l’ex segretario generale Roberto Ribaudo e l’ex dirigente del settore urbanistica Elisabetta Bartolone, il sostituto procuratore, la dottoressa Federica Paiola ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio. I reati contestati sono truffa aggravata e continuata ai danni dell’ente locale per il dipendente e abuso d’ufficio in concorso per gli tre altri soggetti.
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