La Corte d’Appello conferma l’assoluzione per l’ex sindaco di Longi

La Corte d’Appello conferma l’assoluzione per l’ex sindaco di Longi

MESSINA – La Corte d’Appello di Messina, Prima Sezione Penale, ha confermato integralmente la sentenza di primo grado emessa nel giugno 2023 dal Tribunale di Patti, che aveva assolto l’ex sindaco del comune di Longi, Antonino Fabio, dalle accuse di concussione e falso.

Il collegio giudicante, presieduto da Tripodi e composto anche da Lino e De Rose, ha respinto l’appello della Procura della Repubblica, che chiedeva la responsabilità dell’Imputato per concussione.

La vicenda riguardava il danneggiamento del monumento ai caduti in Piazza degli Eroi, una scultura antica sotto tutela dei Beni Culturali. Nell’agosto 2018, un emigrato longese negli Stati Uniti aveva eseguito interventi di pulizia senza autorizzazione, causando danni. All’epoca, il sindaco Fabio, pur essendo fuori sede, si era attivato rapidamente per le verifiche e successivi interventi di riparazione.

Nonostante ciò, Fabio fu accusato di aver abusato della sua posizione costringendo alcuni Vigili Urbani a redigere una nota nel giugno 2019, da trasmettere ai Carabinieri, riportando informazioni non veritiere. Queste accuse erano già state escluse durante il primo grado di giudizio, conclusosi con l’assoluzione di Fabio perché il fatto non sussiste, ora confermata anche in appello.



L’avvocato Massimiliano Fabio, difensore dell’ex sindaco, ha dichiarato: “Si chiude finalmente una delicata vicenda giudiziaria che ha visto il mio cliente coinvolto in pesanti accuse, relative a reati che anche oggi sono stati ritenuti insussistenti. Sono molto soddisfatto per l’esito della decisione, anche se resta l’amarezza per il lungo e difficile percorso giudiziario che il sindaco Fabio ha dovuto affrontare“.

Antonino Fabio ha commentato: “È stata una vicenda surreale che ha avuto forti impatti sulla mia vita privata e sulla mia attività di sindaco, costringendomi a cercare giustizia per il mio operato. Non avendo mai perso la speranza, ora attendo con pazienza le motivazioni di questa sentenza”.

Foto di repertorio