Indagato per riciclaggio ed evasione fiscale, Genovese: “Non permetterò nessuna strumentalizzazione politica”

MESSINA –  Sto già valutando insieme al mio legale di fiducia le iniziative da assumere in sede giudiziaria, certo di dimostrare la linearità e la regolarità della condotta mia e dei miei congiunti, nella gestione dei beni di famiglia“. Con queste parole il neo deputato all’Ars Luigi Genovese ha commentato le accuse di riciclaggio ed evasione fiscale che questa mattina lo hanno raggiunto attraverso un provvedimento che coinvolge anche la sua famiglia.

Con lui, infatti, risultano indagati anche il padre Francantonio, la madre Chiara Schirò, la zia Rosalia Genovese e il cugino Marco Lampuri.



Il provvedimento di sequestro di beni per un valore complessivo di 100 milioni di euro, arriva a una ventina di giorni dalla prima riunione della neo eletta Assemblea regionale siciliana. Ed è proprio la tempistica delle indagini al centro delle parole dell’onorevole Genovese: “Anche se la tempistica di questo provvedimento può apparire sospetta, voglio credere che non vi sia alcuna connessione con la mia recente elezione all’Assemblea Regionale Siciliana. Per quanto detto, non consentirò nessuna eventuale strumentalizzazione in chiave politica. Ringrazio le centinaia di persone che già in queste ore mi hanno manifestato grande solidarietà e affetto”.

Anche il legale della famiglia, l’avvocato Nino Favazzo, ha commentato le accuse rivolte ai suoi assistiti: “Non ho ancora avuto modo di leggere né la richiesta dei Pubblici Ministeri né, tanto meno, gli esiti delle attività di indagine che, della richiesta, costituiscono il necessario presupposto. Ogni considerazione a riguardo, quindi, sarebbe allo stato solo affrettata. Tuttavia, senza voler immaginare scenari ‘complottistici’, di certo colpisce la tempistica del provvedimento che, in relazione ad una notizia di reato risalente a circa tre anni addietro, dopo diverse proroghe, viene, forse richiesto, ma certamente emesso dopo che la dottoressa Chiara Schirò ha definitivamente regolarizzato, attraverso lo strumento della ‘voluntary disclosure’, la propria posizione con lo Stato italiano versando quanto dovuto a titolo di imposta sanzioni ed interessi ed all’indomani della recente tornata elettorale, in cui Luigi Genovese è stato eletto alla Assemblea Regionale Siciliana, registrando un significativo consenso”.