Cronaca

Incidente mortale A20, risarciti dopo 14 anni i familiari del giovane Gaetano e del padre

MESSINA – A distanza di 14 anni dal terribile incidente stradale sulla A20 nel quale, a gennaio 2011, persero la vita il 53enne maresciallo dei carabinieri Sebastiano Zingales e il figlio 18enne Gaetano, è stato riconosciuto ai familiari il diritto al risarcimento dei danni.

A parziale riforma della sentenza di primo grado, emessa nel febbraio 2023 dal Tribunale di Patti con l’assoluzione di due imputati per le ipotesi di omicidio colposo, la Corte d’Appello di Messina ha infatti condannato ai soli effetti civili del risarcimento dei danni, il Consorzio Autostrade Siciliane in solido con un ex funzionario, già responsabile dell’area tecnica.

Incidente A20, un risarcimento lungo 14 anni

Accolto l’appello proposto dall’avvocato Massimiliano Fabio, difensore delle parti civili, che aveva contestato le ricostruzioni poste a fondamento della sentenza di primo grado. In particolare riguardo agli obblighi di manutenzione e sicurezza della tratta autostradale teatro dell’incidente.

L’irregolarità nel posizionamento delle barriere di protezione laterali che, qualora installate correttamente secondo la normativa vigente, avrebbero impedito all’auto di impattare con il muro in cemento armato. Conclusioni cui è giunto il consulente tecnico nominato dalla Corte d’Appello, ingegnere Fabio Boscolo.

Boscolo che ha evidenziato come “al di là di ogni ragionevole dubbio, in presenza di una barriera di protezione stradale, l’incidente avrebbe avuto conseguenze non mortali“. 

“Diritto degli utenti e della vita umana”

“L’affermazione della responsabilità civile del funzionario e CAS appariva scontata ma così non è stato – commenta l’avvocato Massimiliano Fabio –. L’ingegner Boscolo in maniera chiara ha finalmente accertato la sussistenza di un pericolo che andava protetto e che ancora oggi permane”.

“Spero che questa decisione, oltre aver dato giustizia ai miei assistiti sebbene mai potrà essere mitigati il loro dolore, possa essere da monito per chi ricopre una posizione di garanzia.  Affinché nel rispetto dei diritti degli utenti e della vita umana, si ponga finalmente fine a questo scempio”.

“La nostra famiglia distrutta, ma oggi è stata fatta giustizia”

Anche i familiari dei signori Zingales hanno voluto esprimere il loro commento.

“I nostri cari non torneranno più, la nostra famiglia è stata distrutta. Il dolore resterà per sempre ma oggi, almeno, possiamo dire che giustizia è stata fatta. Ci auguriamo che ciò che abbiamo vissuto noi non debba mai più accadere ad altri, ora che le responsabilità sono state riconosciute”.

“Un ringraziamento speciale al nostro unico vero amico e avvocato, avvocato Massimiliano Fabio. Con impegno, dedizione e coraggio ci ha accompagnati in questa lunga e difficile battaglia“.

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