Denuncia i suoi usurai dopo avergli “regalato” 468 paia di scarpe: applicato divieto di dimora per due 40enni

MESSINA – All’alba di oggi, a Rometta Marea e Messina, i carabinieri della compagnia di Patti (ME) hanno eseguito un’ordinanza applicativa di due misure cautelari del divieto di dimora nel comune di Brolo (ME), emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di due messinesi, il 44enne Andrea La Spina e il 40enne Alessandro Marchese, ritenuti responsabili di estorsione aggravata in concorso tra loro e con Fortunato Calabrò, coinvolto nell’ambito della stessa indagine e già arrestato.

Il provvedimento cautelare scaturisce dalla medesima attività investigativa sviluppata dalla compagnia carabinieri di Patti e coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica, i cui esiti avevano consentito di ricostruire la drammatica vicenda di un imprenditore brolese che, strangolato dal cappio dell’usura e sull’orlo della disperazione, aveva deciso di denunciare tutto ai carabinieri dando così il via a un’indagine che lo scorso 14 novembre aveva portato, in prima battuta, proprio all’arresto di Calabrò e del commerciante messinese Franco Chiaia, rispettivamente colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari.

A seguito di quella prima operazione, infatti, la Procura di Patti e i militari della Sezione Operativa hanno approfondito ulteriormente le indagini, definendo il ruolo dei due indagati La Spina e Marchese il cui coinvolgimento era emerso già dalle prime dichiarazioni rese dalla vittima. I due nuovi indagati, infatti, insieme al citato Calabrò, tra l’ottobre del 2017 ed il marzo 2018, si sono resi protagonisti di molteplici incursioni presso il magazzino dell’imprenditore, già piegato dal peso della crisi e dei debiti, al fine di impossessarsi gratuitamente o a prezzi irrisori di grandi quantitativi di merce, consistente in calzature.

Partendo sempre dalle dichiarazioni rese dalla vittima, i carabinieri mediante individuazioni fotografiche, analisi delle celle del traffico telefonico e altri documenti, hanno individuato in Andrea La Spina il commerciante di Rometta che una notte, in compagnia di Calabrò, si era recato nel magazzino dell’imprenditore con il furgone del proprio negozio e aveva caricato un grande quantitativo di merce. In quella circostanza la merce stessa non è stata prelevata gratuitamente ma “acquistata” al prezzo di 3,50 euro per paio di scarpe e, tra l’altro, gli aguzzini hanno cercato di costringere l’imprenditore a redigere un fittizio documento di trasporto, al fine di giustificare la presenza del carico in caso di un controllo da parte delle forze dell’ordine.

Nel momento in cui la vittima, disperata, si è lamentata per l’ingente danno economico subito, i malviventi le hanno lapidariamente risposto di “farsi i fatti propri”. Inoltre, è stato accertato come Marchese Alessandro, sempre in compagnia del Calabrò e in orario notturno, è andato al magazzino della vittima per portare a termine altri prelievi coattivi: addirittura in un caso gli indagati hanno impiegato ben due giornate lavorative per selezionare e caricare 468 paia di scarpe prelevate gratuitamente. In quel frangente, tra l’altro, gli stessi aguzzini, non paghi della loro azione, hanno costretto il malcapitato imprenditore a regalare anche due paia di scarpe proprio alla figlia di Marchese.

Le risultanze investigative raccolte, quindi, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli odierni indagati, consentendo all’autorità giudiziaria di emettere per La Spina e Marchese il divieto di dimora nel comune di Brolo.