MESSINA – Ieri l’inaugurazione del punto nascita del “Papardino”, oggi la conferenza stampa indetta dal Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte”, sul trasferimento dei reparti di Ostetricia e Ginecologia e Utin dal Piemonte all’ospedale Papardo.
Presenti all’incontro odierno il presidente del Comitato, Marcello Minasi, e i componenti del gruppo “Salvare l’Ospedale Piemonte”, Renato Coletta e Antonio Morreale.
I temi caldi della giornata sono stati la richiesta della modifica del Ddl riguardante il passaggio del Piemonte al Centro Neurolesi Bonino Pulejo, in merito alla cessione della proprietà del Piemonte e la mancata esibizione del certificato antisismico da parte dell’Azienda diretta da Michele Vullo, così come dichiarato dal capo del Genio Civile di Messina, Leonardo Santoro, che ha inviato all’Azienda stessa esplicita richiesta.
“È stato tenuto nascosto il progetto vero di tutta questa operazione – ha esordito Minasi – ovvero la cessione della proprietà della struttura del Piemonte. Dapprima doveva essere soltanto un comodato d’uso a 1 euro: ora hanno gettato la maschera. Questa è la prova del nove che il disegno originario è stato sempre quello della trasformazione del Piemonte per interessi privati”.
“Hanno trasferito ‘a casa di Dio’ – ha proseguito l’ex magistrato – un reparto con mille parti l’anno. Non critichiamo il nuovo punto nascita che riteniamo, piuttosto, funzionerà perfettamente avendone tutti i requisiti. Critichiamo, invece, il fatto che sia sorto in seguito alla chiusura di quello del Piemonte”.
A tal proposito Coletta ha aggiunto: “Sussistono delle difficoltà logistiche per il raggiungimento del Papardo, non solo dal centro città ma anche dalla provincia, allungando pericolosamente i tempi per le situazioni di emergenza che potrebbero mettere in serio pericolo gestanti e nascituri”.
Resta il dubbio su come il Policlinico riuscirà a sopportare i mille parti dell’ex Ostetricia del Piemonte e come, allo stesso modo, se dovesse davvero chiudere il Pronto Soccorso, potrà assorbire il carico di lavoro lo stesso Policlinico e, per la provincia tirrenica, l’ospedale di Milazzo.
Sul problema del certificato antisismico, Coletta ha sottolineato: “Il documento doveva essere esibito nel 2003, previo studio svolto da esperti. Ma il Papardo pare sia stato l‘unico ospedale a non presentarlo. E se l’ingegnere Santoro oggi sollecita questa certificazione, lo fa con grande consapevolezza, considerato che precedentemente è stato dirigente alla Regione, proprio nel dipartimento che si occupava di questo settore. Il milione di euro servito per dare una rinfrescata al Papardino – ha concluso Coletta – poteva benissimo essere utilizzato per potenziare il Pronto Soccorso del Piemonte, quel Pronto Soccorso che ha registrato 32 mila accessi l’anno e 10mila nei Pronto Soccorsi di Ostetricia e Pediatria”.
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