Chi sono gli arrestati di oggi nell’operazione antidroga a Messina

MESSINA – Arrivano i nomi dei ventisei soggetti sottoposti a misura cautelare per l’operazione antidrogaThe Family, eseguita nel territorio di Messina. Sono tredici i soggetti a cui è stata applicata la custodia in carcere e a tredici gli arresti domiciliari.

Chi sono gli arrestati dell’operazione “The Family

Custodia cautelare in carcere 

  • Andrea Coppolino, nato a Messina il 20 ottobre 1996;
  • Piero Coppolino, nato a Messina il 20 ottobre 1996;
  • Giovanni Coppolino, nato a Messina il 13 settembre 1968;
  • Sonia Longo, nata a Messina il 13 maggio 1972;
  • Caroline Currò, nata a Messina l’8 marzo 1999;
  • Francesco Pio Currò, nato a Messina il 4 ottobre 2002;
  • Daniela Allia, nata a Messina il 19 giugno 1971;
  • Simone Ferio, nato a Messina il 4 marzo 1985;
  • Antonino Guerrini, nato a Messina il 30 settembre 1976;
  • Davide Crisari, nato a Messina il 2 marzo 1997;
  • Michael Soldino, nato a Milazzo il 30 aprile 1984;
  • Francesco Pellegrino, nato a Messina il 24 agosto 2001;
  • Giuseppe Basile, nato a Milazzo il 2 dicembre 1966.

Ai domiciliari

  • Alessio Coppolino, nato a Messina l’8 luglio 1989;
  • Domenico Allia, nato a Messina il 21 agosto 1982;
  • Giosuè Orlando, nato a Messina il 10 maggio 1992;
  • Pietro Pappalardo, nato a Messina il 23 giugno 1987;
  • Francesco Basile, nato a Milazzo il 20 gennaio 1980;
  • Bartolo Mussillo, nato a Messina il 19 dicembre 1998;
  • Massimiliano Peluso, nato a Messina il 9 maggio 1983;
  • Alessandro Pandolfino, nato a Messina il 31 marzo 1979;
  • Giovanni Lombardo, nato a Messina l’11 giugno 1969;
  • Giuseppe Greco, nato a Messina il 2 aprile 1971;
  • Antonino Andreacchio, nato a Messina il 14 maggio 1977;
  • Fabio Venuti, nato a Messina il 6 ottobre 1979;
  • Alessandro Coco, nato a Messina il 30 dicembre 1976.

Il blitz antidroga nel rione Fondo Fucile

L’operazione rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e condotte dalla Squadra Mobile su una compagine delinquenziale dedita alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti volti al procacciamento e alla successiva cessione di ingenti quantità di sostanze stupefacenti, agli ordini di tre fratelli, ritenuti capi promotori del sodalizio criminale, insistente nel rione Fondo Fucile.

L’attività d’indagine trae origine dagli approfondimenti investigativi svolti a seguito di un’azione dinamica sul territorio, risalente al novembre dell’anno 2020 quando, attraverso servizi di osservazione e controllo e perquisizioni effettuate in alcuni locali/abitazioni del rione, sono emerse illecite condotte di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Sono state, quindi, avviate le conseguenti attività di indagine, espletate anche per il tramite di servizi tecnici d’intercettazione e videosorveglianza sul menzionato nucleo familiare e, fin da subito, le evidenze investigative hanno restituito chiari elementi circa l’esistenza di una compagine delinquenziale attiva nel traffico e spaccio di cocaina e marijuana.

Le indagini e le intercettazioni

Le intercettazioni telefoniche, ambientali, la visione delle immagini delle telecamere installate in prossimità dei siti d’interesse e i numerosi riscontri all’attività di spaccio hanno permesso di disvelare l’esistenza di un sodalizio stabile, finalizzato all’attuazione di una serie di reati in materia di stupefacenti, con particolare riferimento all’approvvigionamento, custodia e lavorazione dello stupefacente, poi rivenduto sul territorio cittadino e in provincia (Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Villafranca).

Durante l’espletamento delle indagini è altresì emersa la posizione di un infermiere, in servizio in una struttura ospedaliera della città di Messina, il quale è risultato essere in frequente contatto con i membri dell’associazione con a capo i tre fratelli del rione Fondo Fucile, rendendosi disponibile, all’occorrenza, a svolgere per conto loro e nel loro interesse varie attività tra cui anche quella di intermediario per la cessione di qualche dose a terzi soggetti.

Un infermiere coinvolto in attività illecite

I successivi sviluppi investigativi hanno consentito di accertare il coinvolgimento dell’infermiere anche in ulteriori affari illeciti, in concorso con altri 5 colleghi.

Ed invero, tali operatori sanitari, nel periodo in cui insisteva l’emergenza sanitaria da Coronavirus, si sono appropriati di kit di tamponi dell’Azienda Ospedaliera impiegandoli per l’esecuzione del test da effettuare privatamente dietro corresponsione di un corrispettivo in denaro; inoltre, si sono appropriati furtivamente di farmaci e di materiale sanitario di cui avevano la disponibilità in ragione del loro impiego, utilizzandoli per svolgere privatamente attività di assistenza ai pazienti.

Ulteriore condotta illecita che l’infermiere è risultato aver posto in essere nel periodo in esame, è risultata essere la compilazione di false certificazioni che attestassero l’esito negativo di tamponi mai effettuati, al fine di consentire l’accesso in locali di ristorazione nel periodo in cui era previsto l’obbligo di presentazione del green pass o di un tampone antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti.

Le misure cautelari

Sulla scorta del quadro indiziario così raccolto, salvo diverse valutazioni giudiziarie nei successivi livelli e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, il giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica del Tribunale di Messina, Direzione Distrettuale Antimafia, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per 13 indagati e quella degli arresti domiciliari per gli altri 13 indagati.

Le azioni di rintraccio ed esecuzione delle misure cautelari sono state curate dalla Squadra Mobile di Messina, con l’ausilio di personale della S.I.S.C.O. (Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo) di Messina, delle Squadre Mobili di Palermo, Catania, Reggio Calabria, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Trapani, Agrigento, Enna e Vibo Valentia, del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e “Calabria Meridionale” e dei Commissariati di P.S. della Questura di Messina, per un totale di 120 agenti della Polizia di Stato.

Foto di repertorio

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