MESSINA – A conclusione di specifici controlli volti al contrasto dell’indebita percezione del “Reddito di Cittadinanza“, nei comuni della fascia tirrenica della provincia di Messina, i carabinieri del comando provinciale di Messina, con l’ausilio del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, hanno denunciato 33 persone ritenute responsabili di aver percepito indebitamente il sopracitato assegno statale, attivando all’INPS le procedure per la sospensione e l’eventuale revoca del sussidio.
Inoltre, sono in corso le specifiche verifiche finalizzate ad accertare la corretta erogazione del beneficio economico sui pagamenti in favore dagli indagati di somme pari a oltre 140mila euro versate dall’INPS.
In particolare sono al vaglio della Procura della Repubblica del Tribunale di Patti (ME), diretta dal Procuratore Angelo Cavallo, le posizioni di 20 persone, 15 uomini e 5 donne, di età compresa tra i 21 e i 67 anni; mentre 13 persone, 7 uomini e 6 donne, di età compresa tra i 27 e i 64 anni, sono state segnalate alla Procura della Repubblica del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, diretta dal Procuratore Emanuele Crescenti.
Ecco l’esito degli accertamenti svolti:
Si ricorda che Reddito di cittadinanza, introdotto con il D.L. 04/2019, nasce con lo scopo di sostenere gli aventi diritto sia dal punto di vista economico, con l’erogazione in base ad alcuni parametri di un sussidio, sia dal punto di vista lavorativo aiutando il beneficiario a trovare un impiego. I richiedenti al momento della presentazione della documentazione sono comunque obbligati a comunicare all’INPS l’eventuale presenza di cause impeditive oppure, dopo l’erogazione del sussidio, a comunicare sopraggiunte cause ostative, come le misure cautelari coercitive personali, o variazioni della propria condizione economica che alterino le condizioni per le quali il beneficio era stato erogato.
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