Antoci, attentato sventato: «Chi ha tentato di depistare le indagini deve solo vergognarsi»

Antoci, attentato sventato: «Chi ha tentato di depistare le indagini deve solo vergognarsi»

MESSINA – Non sono ancora stati rintracciati gli esecutori dell’attentato ai danni dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, ma dal lavoro di magistrati e forze dell’ordine e dalle perizie effettuate a Roma sembra essere venuta fuori almeno una certezza: Antoci doveva morire. L’obiettivo era colpire prima l’auto e poi, attraverso le moltov ritrovate, incendiarla e obbligare lui e gli uomini della scorta a scendere per essere poi giustiziati.

«Altro che atto intimidatorio, come alcuni avevano ventilato. Guidando la macchina del fango, viene fuori invece l’agghiacciante volontà del commando di uccidere me e gli uomini della scorta attraverso un attentato efferato e crudele», ha dichiarato Antoci.

Pur trattandosi di una richiesta di archiviazione, che non chiude il caso ma che lo mette al riparo da problemi tecnico-giuridici, è venuta fuori, inequivocabilmente, la dinamica dei fatti.

Antoci ha continuato dicendo: «Aspetto di leggere meglio le motivazioni della richiesta di archiviazione, cercando di dare anche io il mio contributo, ma nel frattempo nessuno si illuda, tra i mafiosi e i collusi, che il pericolo è passato, l’’impegno va avanti con convinzione e con quanti hanno gustato la libertà e la necessità di portare avanti nei Nebrodi, in Sicilia e nel Paese sani e puliti percorsi di legalità. Ormai il protocollo è legge, se ne facciano una ragione, ormai i mafiosi non potranno più accaparrarsi i fondi europei per l’agricoltura a discapito dei poveri e onesti agricoltori».

Sono chiare le modalità dell’attentato e altrettanto evidente la paura degli intercettati di parlarne, vista la maniacale attenzione che ponevano nel rimuovere le microspie dalle auto in cui viaggiavano.

«Forse un giorno uscirà il solito pentito che porterà ad assicurare alla giustizia i mafiosi che quella notte ci hanno attaccato. Del resto, la storia della Sicilia ci ha insegnato che è solo grazie a loro e allo sforzo degli investigatori che, alla fine, si sono risolti indagini sugli più efferati agguati mafiosi che hanno insanguinato la Sicilia», ha dichiarato l’ex presidente del Parco dei Nebrodi.

Antoci ha concluso il suo discorso con queste parole forti: «Oggi la magistratura e le forze dell’ordine mettono un punto fermo, pur non riuscendo a risalire alla difficile individuazione degli attentatori, chiariscono in maniera netta una cosa: Antoci andava ucciso, andava eliminato e in un modo terribile e feroce. Coloro che in questi due anni hanno tentato di depistare, di infangare, di frenare tutto il percorso avviato hanno ormai una sola cosa da fare: Vergognarsi».

Immagine di repertorio