PATTI – Saranno necessari esami approfonditi per comprendere le cause della morte di Giuliana Faraci, la 40enne deceduta il 22 luglio dopo aver accusato febbre e disturbi gastrointestinali a seguito di una cena in un ristorante di pesce con due amiche. Ieri pomeriggio è stata eseguita l’autopsia sul corpo della donna, conservato all’obitorio dell’ospedale “Barone Romeo” di Patti. L’autopsia è stata effettuata dal medico legale Elvira Ventura Spagnolo su incarico della Procura, con la presenza del consulente di parte Nino Bondì, nominato dai familiari assistiti dall’avvocato Salvatore Mancuso.
Dai primi riscontri è possibile escludere un’emorragia o un aneurisma come cause del decesso. Considerata l’età della donna e i sintomi aspecifici, si parla di morte improvvisa. Tuttavia, saranno gli esami istologici a fornire un quadro più chiaro e a determinare la causa dell’arresto cardiaco che è stato fatale. Il quadro clinico escluderebbe anche un avvelenamento e una correlazione diretta con quanto mangiato nei giorni precedenti.
Un punto cruciale dell’indagine della Procura di Patti riguarda la possibilità che Giuliana si sarebbe potuta salvare se fosse stata portata al pronto soccorso come richiesto. Attualmente, sono indagati per omicidio colposo una dottoressa del 118 e un infermiere, amico della donna, che l’aveva assistita la mattina del 21 luglio. Inoltre, accertamenti sono in corso su un parente che le avrebbe somministrato un farmaco.
Secondo quanto denunciato dai familiari, la 40enne aveva espressamente chiesto di essere portata in ospedale nel pomeriggio del 21 luglio a causa del malessere. Richiesta replicata anche dalla madre, ma rimasta inascoltata nonostante avessero preparato un borsone per l’eventuale ricovero. L’anziana madre ha scoperto la tragedia al risveglio. Giuliana si è spenta probabilmente nel sonno dopo due giorni di febbre, vomito e diarrea, sintomi inizialmente attribuiti a una gastroenterite.
Il malessere della donna era stato inizialmente collegato alla cena del 19 luglio con due amiche in un ristorante di Capo d’Orlando, dove avevano consumato pietanze a base di pesce cotto, tra cui linguine all’astice e fritto misto. Tuttavia, il giorno successivo solo Giuliana aveva accusato febbre e sintomi gastrointestinali che non si sono mai alleviati nonostante l’assunzione di farmaci. Dopo l’intervento del 118 e un elettrocardiogramma che non aveva rilevato problemi cardiaci, il trasferimento in ospedale non era stato effettuato.
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