CAPIZZI – La situazione riguardante l’emergenza Covid a Capizzi, nel Messinese, con un morto e 58 positivi, preoccupa e non poco la cittadinanza riguardo ai futuri sviluppi.
All’origine del contagio, tra le possibili ipotesi al vaglio di forze dell’ordine e autorità sanitarie, si sospetta possa esserci stata una festa privata organizzata in un locale di Nicosia, in provincia di Enna: si sarebbe trattato di un evento risalente allo scorso 20 dicembre con circa 150 invitati.
Il sindaco Leonardo Giuseppe Principato Trosso, che ha dato per primo la notizia della morte di un uomo di 68 anni, ha parlato alla cittadinanza attraverso delle dichiarazioni pubblicate sulla pagina Facebook del Comune di Capizzi.
In esso viene detto come il cittadino sia morto malgrado avesse rispettato tutte le prescrizioni per fronteggiare l’emergenza.
“Come tutti avete appreso oggi – afferma Principato Trosso – abbiamo accertato l’ennesimo decesso per Covid all’interno della nostra comunità. Un cittadino che osservava puntualmente le norme anti Covid, il distanziamento sociale, eppure neanche questa diligenza ha potuto fare niente nei confronti di un virus terribile che lo ha travolto nel giro di pochissimi giorni.
Purtroppo le mie raccomandazioni, che vanno avanti da tre mesi, non hanno potuto evitare ciò che io paventavo. Io già intravedevo che numerosi positivi asintomatici ignari di tale circostanza girovagavano nel nostro paese rappresentando una minaccia per la comunità. Qualcuno gridava al terrorismo psicologico, altri al procurato allarme e invece era la pura realtà, frutto di un’analisi e di uno studio approfondito su un’evoluzione epidemiologica nel circondario che faceva presagire questo.
La profonda conoscenza delle abitudini e del modo di pensare nostro mi faceva ritenere che ciò non corrispondeva al vero, ma è frutto di una mentalità retrograda ed egoistica insita in noi. Dal 24 dicembre la diffusione del virus è stata capillare all’interno delle nostre famiglie e la conseguente comparsa di sintomi ha fatto emergere un quadro a dir poco terrificante. Dalla sottoposizione dei cittadini al tampone è partita l’impennata di contagi nel nostro territorio.
Eventi aggregativi si svolgevano come se il virus non esistesse o con protezione ai minimi termini. Un atto di autolesionismo al quale noi cittadini ci siamo sottoposti. Ho cercato imporre restrizioni biasimate da qualcuno. Ho chiesto al Prefetto e al Questore un’intensificazione dei controlli sul territorio per il rispetto delle norme di legge e si stanno avviando controlli domiciliari.
Bisogna uscire dal guscio della reticenza e dichiarare il proprio stato di salute. Sono convinto che alcuni cittadini non comunicano niente alla autorità sanitarie“.
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