Messina, delibera contro la pubblicità che offende la dignità delle donne

Messina, delibera contro la pubblicità che offende la dignità delle donne

MESSINA – L‘assessore alle pari opportunità, Patrizia Panarello, in merito a notizie circolate relative alla pubblicità lesiva della dignità della donna presente in alcuni cartelloni cittadini, precisa che “nel momento in cui è stata fatta la segnalazione di un’affissione pubblicitaria a sfondo sessista e in particolar modo lesiva della dignità della donna nella nostra città, si è proceduto a verificare se il regolamento comunale sulla pubblicità e le affissioni prevedesse la possibilità da parte degli uffici di valutare il contenuto della pubblicità medesima, entrando dunque nel merito della decisione di affiggere o meno la stessa.

Verificato che attualmente non esiste questa possibilità di effettuare una valutazione, si è proceduto ad istruire una delibera che ha per oggetto l’adesione alla campagna nazionale UDI (Unione Donne in Italia), dichiarando al contempo il comune di Messina città libera dalle pubblicità lesive della dignità della donna.

Così, come in altri comuni italiani, Messina si vuol dotare infatti di uno strumento che, in linea con la risoluzione del Parlamento Europeo e con gli articoli 3 e 21 della Costituzione italiana, possa permettere di superare gli stereotipi di genere in ambito di marketing e pubblicità, vigilando affinché nessun materiale comunicativo inerente iniziative promosse o patrocinate dal comune sia veicolo di stereotipi e pregiudizi culturali fondati sulle discriminazioni principalmente di genere.

Oggi la delibera sarà approvata in Giunta e trasmessa al Consiglio comunale per individuare la possibilità di introdurre modifiche all’interno del regolamento suddetto, che siano in linea con l’attuazione dei diritti circa la parità tra donne e uomini. Le volgarità di certe forme comunicative che impazzano sul web e nelle televisioni vanno sempre e comunque combattute; pertanto l’amministrazione sta facendo tutto ciò che è in suo potere per impedire che il comune sia coinvolto direttamente o indirettamente nelle adozioni di messaggi che violano la dignità della persona, in particolar modo delle donne”.