Ma tu, la conosci la leggenda di Billonia “da villa”?

Ma tu, la conosci la leggenda di Billonia “da villa”?

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

la giovane popolana di Catania viene soprattutto ricordata come la fioraia della Villa Bellini che s’incontrava da quelle parti perchè raccoglieva una smisurata quantità di fiori da offrire con amorevoli sorrisi a tutti i passanti.

Perché raccontarvi una storia che fa parte della tradizione catanese? Perché si stanno perdendo, perché non ci sono più le nonne che te le raccontavano arricchendole di particolari fantasiosi e personalizzati (così dice la mia prof, che si preoccupa di farcele conoscere invitandoci a raccoglierle ) perché forse sembrerà fuori moda, o poco trandy per i giovanissimi come me , ma ho pensato che invece a qualcuno può piacere , che magari i turisti potrebbero esserne attratti o potrebbe suscitare  curiosità o diventare la prima di una rubrica dedicata alle leggende catenesi . È una storia che parla di Catania, che si lega a doppia mandata con la città; tra il bianco e nero del barocco catanese, viveva una ragazza, tra la fine dell’ ‘800 e i primi del ‘900, che regalava i fiori e il cuore ai passanti. Da qui nasce   la leggenda di Billonia. ”Billonia” non era il suo vero nome ma un appellativo che le fu attribuito; molto comune in siciliano, soprattutto nella zona del catanese, per indicare una donna abbigliata a festa, vestita in modo appariscente e dal carattere espansivo. Si racconta, infatti, che fosse una popolana che portava con grande orgoglio quest’appellativo ed era conosciuta da tutti gli abitanti della Catania del tempo

Sebbene fosse molto minuta e di origini umilissime, il suo aspetto era tutt’altro che anonimo e anzi poteva vantare un viso grazioso ed elegante. La ragazza spiccava immediatamente per il suo abbigliamento colorato e per i lustrini dorati e i nastri colorati che era solita indossare sulla camicetta. Voce di popolo vuole che molti catanesi del tempo abbiano perso la testa per lei e, stranamente le donne non ne erano gelose , anzi la guardavano con simpatia, forse per la gioia che emanava in ogni suo gesto, in ogni suo sorriso. La vita non era stata generosa con lei e , si dice che, insieme alla madre vivesse in uno stato di estrema povertà. Le due donne trascorrevano quasi tutte le loro giornate sui gradini della chiesa di San Biagio, in piazza Stesicoro, mentre la sera si potevano trovare davanti agli ingressi dei teatri, sperando in qualche spiccio da parte degli spettatori che uscivano.

Tuttavia Billonia non era conosciuta come una mendicante ma soprattutto per il suo lavoro di fioraia. Mossa da un grande amore per la bellezza della natura passeggiava felicemente tra i giardini fioriti della villa Bellini, regalando rose e splendidi boccioli a chi si trovava di fronte. I catanesi erano completamente rapiti da una bontà quasi inverosimile. Di fatti, non erano pochi i cittadini che si prodigavano in generose offerte per la dolce fioraia e l’anziana madre. Era solita, infatti, andare a raccogliere tanti fiori colorati  per poi rivenderli, su suggerimento di qualcuno, ai passanti di via Etnea. A volte però, regalava i fiori agli innamorati che incontrava lungo la strada, o ad una mamma con una carrozzina e un bambino.

Billonia era molto amata a Catania e conquistava tutti con la sua dolcezza. Gli stenti, tuttavia, cominciarono col tempo a lasciare tracce sul suo viso e divenne quasi irriconoscibile, al punto che non si riusciva a distinguerla dalla madre. Oltre alla povertà, un evento drammatico la sconvolse: la morte della madre. La luce che animava il suo spirito sembrava aver ceduto il posto alla tristezza e ad un acuto sgomento, annullando una volta per tutte la speranza di ottenere una vita migliore. La situazione si aggravò ancor di più precipitando Billonia in un vortice di dolore che le procurò una lacerante crisi depressiva. Nel frattempo, in Europa scoppiò il Primo conflitto mondiale e l’atmosfera di serenità che fino a quel momento si era respirata a Catania svanì . La gente iniziava a tremare dalla paura e nessuno si aggirava per le vie della città con la stessa frequenza di prima. La fioraia non riuscì più a vendere i suoi fiori colorati. Alcune versioni della storia narrano che Billonia, nel giro di poco tempo, scomparve dalla vista di tutti. Molti credono che sia stata ricoverata in un sanatorio, concludendo lì gli ultimi tristi anni della sua vita. Io preferisco la seconda versione che racconta  il fratello, emigrato in Argentina per fare fortuna e ritornato a Catania dopo essere divenuto un ricco possidente,abbia fatto ritorno nella terra d’origine per togliere la sorella dalla strada e condurla con sé in Sud-America.. A Catania comunque resta il ricordo nostalgico di Billonia che regalava i fiori della villa Bellini ai passanti.

Aurora Spampinato III O AT IPSSEOA “ Karol Wojtyla” Catania