“L’uomo delle nuvole” di Mathias Malzieu

“L’uomo delle nuvole” di Mathias Malzieu

Lo scrittore francese Mathias Malzieu ci ha abituato alle sue storie inzuppate in grandi quantità di sogni e magiche fantasie.
Con la stesura dei romanzi “Il bacio più breve della storia” e “La meccanica del cuore”, la visionaria penna francese ha regalato ai suoi lettori il biglietto di viaggio allegato a un bagaglio aperto su ogni oltre mai vissuto. La mente poliedrica di Mathias Malzeau segue l’itinerario del vento, mai certa, imprevedibile è la sua direzione. Quando, affascinato da una nuvola, cambia la sua traiettoria, un viaggio breve può diventare la meta senza nome di un vagabondo.

Con il romanzo breve “L’uomo delle nuvole”, Mathias Malzieu ritorna a dare pubblica prova della sua ispirazione soprannaturale. Ancora una volta, un romanzo nel romanzo istruisce il lettore a praticare una caccia al tesoro dallo spessore morale simulato tra le righe. Tom Cloudman vive per un sogno. Volare come solo gli uccelli sono capaci di librarsi nell’acquerello di madre natura. Non è facile misurarsi con una tanto audace quanto folle ambizione, ma Tom Cloudman non demorde, nè fugge davanti alla necessità di abbandonare il suo sogno. L’uomo si rende ridicolo agli occhi di spettatori stralunati per delle acrobazie a bordo di una alquanto strana diavoleria meccanica. Un marchingegno fuori brevetto è stato allenato a sostituire due ali che Tom non avrà mai. Il volo umano si mimetizza tra le nuvole che non fanno in tempo a suggerirgli di cedere alla forza di gravità imprudentemente violata.

Dall’errore all’orrore per il pericolo corso ad ogni prova di volo, lo spettacolo tragicomico non si fa attendere. Tanti i segni sul corpo lasciati dai vani tentativi di superare altezze impossibili, non mancano le ferite, l’aspetto macabro dei lividi sulla pelle e, lacerazione assai dolorosa, la voragine nell’anima provocata dal fallimento. “Comunque, il mio scopo non è mai stato quello di cadere. A me interessa il breve istante, epico ma assurdo, che lo precede: spiccare il volo”. Prevedibile e annunciata si rivela l’ennesima manovra fuori direzione che porterà l’incauto Tom sul letto d’ospedale. Le prime urgenti cure, poi la terribile diagnosi: Tom è affetto da un male incurabile, la degenza sarà lunga, la speranza di guarigione mente alla voce che nasconde la gravità della malattia.

La condanna è stata firmata sui referti nefasti della “Barbabietola”, così Tom chiama il tumore, un nome strano per una patologia grave, del resto, a cosa serve enfatizzare il macabro valzer della cellula impazzita? Quando il cielo plumbeo dichiara la minaccia a una primavera incipiente, forse un filo di cipria leggera sulle negatività riuscirà a sciogliere il nodo inscindibile. Nella malattia, la parola si avvale dell’espressione linguistica fortemente radicata all’umana natura di sottrarsi alla morte. Per sfuggire alla sorda pietà altro modo non c’è che risorgere di luce nuova a metà del tunnel con le ali che non sapevi di avere. Tom Cloudman cade nel sogno da vittima felice accanto a Endorphine. È l’inizio della favola. Una creatura metà donna, metà uccello, depone la rinascita sul cuscino di Tom.

La croce bussa alla porta senza preavviso quando, la realtà contagiata dal sogno, apre le braccia alla metamorfosi di salvezza. Non di rado accade che una forza si aggiunga all’ energia debilitata da un dolore, una sofferenza trasloca il brivido nel tepore di una voce rincuorante.

“Il giorno in cui ti sarai trasformato completamente in uccello e volerai con le tue ali arriverà presto. Ma se ti lanci prima del previsto, non sopravviverà né l’uomo né l’uccello. Mi piacerebbe fermare il tempo perché tu rimanessi un po’ così, a metà strada…

Mi piacerebbe tanto che tu rimanessi ancora un po’…” afferma Endorphine riprendendo fiato. Alla metamorfosi segue il ritrovato volo di piume oltre la visione statica delle catene razionali che, se da un lato proteggono dal crollo emozionale, dall’altro attirano una morte lenta.
Il lettore seriale dei romanzi di Mathias Malzeau ha imparato a non dover distinguere il confine labile della realtà riversa nell’aura fatiscente delle illusioni, perché la metafora vuole che sia il monologo interiore a discernere tra due alternative nemiche.

Il linguaggio simbolico è da sempre protagonista dello scenario costruito da Malzieu su richiamo del panorama visivo, stanco di adattarsi alla veduta ordinaria. Innamorato delle ali che non ha mai avuto, Tom Cloudman educa il dolore fisico e psicologico alla scuola dei sentimenti scremati da ruvide tensioni. L’arresa resta bandita in forza della risorsa impeditiva di lasciarsi andare nel purgatorio delle piaghe, presto saranno rimarginate per amore nella cura. Nell’attesa, due ali si stanno addestrando con le prime prove di volo della rinascita pilotata da Tom Cloudman.

sara