L’Italia non è solo calcio. Flag Football realtà in ascesa, Catania ha 4 scudetti e una capitana della Nazionale: il viaggio di Alessandra Cicciù

L’Italia non è solo calcio. Flag Football realtà in ascesa, Catania ha 4 scudetti e una capitana della Nazionale: il viaggio di Alessandra Cicciù

CATANIA – L’Italia non è solo calcio. Le Olimpiadi (quest’anno a Tokyo) sono sempre una vetrina importante per sponsorizzare e fare emergere atleti di sport considerati, purtroppo, minori, dei quali non parla praticamente nessuno o che al massimo sono relegati nelle ultime pagine dei giornali sportivi (e in molti casi solo quando si assiste a un’importante vittoria di un connazionale).

In tal senso, risuonano le parole di Vito Dell’Aquila, il primo oro italiano ai giochi olimpici di quest’anno nella disciplina del Taekwondo. Dopo avere realizzato il sogno di una vita, vincere l’oro alle Olimpiadi rappresentando il proprio Paese, il giovane mesagnese ha dichiarato di averne un altro nel cassetto e con un obiettivo ben preciso. “Per ora penso al taekwondo, ma poi voglio iscrivermi alla facoltà di Scienze della Comunicazione per diventare giornalista sportivo e potere così parlare della mia disciplina, visto che in Italia, secondo me, se ne scrive troppo poco. Ma in generale vorrei essere un esempio per le nuove generazioni“, ha dichiarato dopo la vittoria.

Un monito per parlare d’altro, per dare voce a chi non ne ha o è relegato ai margini. Eppure le storie sportive italiane non si limitano solo al pallone, ma riguardano anche altre realtà, piccole ma veraci e genuine, che cercano di emergere inseguendo sogni con la sola forza della passione e con pochi fondi. Oggi parliamo del Flag Football, uno sport di matrice americana, ma che ha un piccolo gruppo di appassionati anche in Italia.

Direttamente da Catania, abbiamo contattato la capitana della Nazionale Italiana di Flag, Alessandra Cicciù, che ha parlato della sua passione e di questo piccolo grande mondo. Ma prima di addentrarci è necessario sapere, cos’è il Flag Football?

Cos’è il Flag Football?

È uno sport di squadra molto simile al football americano (quello che si vede giocare al college, nei film americani per intenderci). La differenza sostanziale sta nel contatto fisico infatti, a differenza del football tackle dove per fermare l’azione devi necessariamente placcare l’avversario, nel flag football devi “semplicemente” staccare una flag (ndr. bandiera) posta ai fianchi del giocatore“, spiega la giocatrice catanese.

Uno sport che sta piano piano emergendo, come dimostra la partecipazione (ufficializzata nel 2020) del Flag ai prossimi World Games, la competizione internazionale che, dal 1981, si svolge l’anno successivo alle Olimpiadi estive. Inoltre, potrebbe essere inserito nella lista degli sport olimpici a partire da Los Angeles 2028. La IFAF, federazione internazionale del Football Americano, collabora con la NFL per rendere il No Contact uno sport olimpico.

Insomma, a piccoli passi si sta creando un movimento solido e che potrebbe essere messo in vetrina nel giro di due Olimpiadi.

La passione dell’atleta catanese raggiunta dai nostri microfoni nasce “da una bellissima casualità“. “L’idea è di un gruppo di ragazze (mie amiche) fidanzate/sposate con alcuni ragazzi della squadra maschile che hanno avuto la fantastica pensata di creare una squadra femminile e invitarmi a provare questo sport. Da lì è stato subito amore a prima vista!“. Insomma amore chiama amore.

Inizia così il viaggio di Alessandra Cicciù nel mondo del flag. Una passione che la porta nel mondo degli Elephants Catania, la squadra di football americano nostrana, fino alla fascia di capitano nella Nazionale Italiana. Tanta esperienza, e il ruolo da ricevitore. “Nel Flag Football ci sono diversi ruoli. Si gioca in 5vs5 e solitamente c’è una squadra di attacco e una di difesa. Io posso giocare sia in difesa che in attacco. Il mio ruolo ufficiale è WR (ricevitore)“, ha dichiarato.

I traguardi con la Nazionale Italiana

Sei anni in Nazionale, diverse partecipazioni in importanti competizioni internazionali e la fascia di capitano. Alessandra Cicciù è l’orgoglio catanese del Flag. “Sono in nazionale dall’Europeo di Pesaro giocato nel 2013. Successivamente ho partecipato al Mondiale di Grosseto nel 2014 e nuovamente all’Europeo nel 2015 di Pinto (Madrid). Piccolo stop per tutta la nazionale femminile e poi di nuovo Europeo a Laz Rosas (Madrid) nel 2017 ed Europeo a Gerusalemme nel 2019. Proprio in quest’ultima competizione ho avuto l’onore di vestire la maglia di capitano“.

La nostra Nazionale si è qualificata pure per i Mondiali 2021 a Gerusalemme. La competizione si svolgerà dal dal 6 all’8 dicembre con la partecipazione record per un Mondiale di Flag di ben 22 squadre. Sia la maschile che la femminile andranno a Gerusalemme. Gli USA, manco a dirlo, sono la squadra da battere.

Fonte immagine Andi King

Elephants Catania campionesse d’Italia

L’Elephants Catania si aggiunge alle eccellenze nostrane nello sport. Se l’Ekipe Orizzonte domina nella pallanuoto per club italiana, le Elephants hanno vinto nel corso della stagione da poco conclusa il loro quarto scudetto.

Il campionato italiano di Flag, però, si svolge in una formula particolare. I punti che si guadagnano in regular season danno vantaggi per la Finals, ma è qui che si decide il vincitore del torneo.

Il campionato consiste di una prima fase a gironi (solitamente un girone nord Italia e uno sud Italia). In base ai risultati delle partite nel girone ogni squadra raccoglie un punteggio che permette un piazzamento ottimale per le fasi finali, che solitamente si svolgono in un solo weekend, dove tutte le squadre si sfidano tra loro. Quest’anno le Finals si sono giocate a Grosseto dove abbiamo vinto il nostro quarto scudetto“, spiega Alessandra Cicciù.

L’influenza della pandemia sul movimento

La pandemia ha influenzato tutti i movimenti sportivi, dai più grossi e in voga a quelli più piccoli. Tutti sono stati limitati dalle restrizioni, ogni passione ha dovuto fermarsi. Eppure per le atlete del Flag non è stato difficile tornare in campo.

Parole di Alessandra Cicciù, che conclude così la sua intervista: “come in tutti gli sport, la pandemia ha influito notevolmente anche sul Flag Football. Essendo uno sport di ‘contatto non volontario’ è stato complicato ricominciare a svolgere un’attività continua e duratura, ma la società è riuscita ad adattarsi ai protocolli Covid e tornare ad allenarsi è stato parecchio semplice (sempre a distanza e in sicurezza). Oggi il virus continua a influire sul campionato, basti pensare che quasi tutte le competizioni si sono svolte senza pubblico e vincere uno scudetto senza tifoseria fa sempre un po’ soffrire“.

Una sofferenza superata dalla forza della passione, quella vera, non influenzata da sponsor e contratti milionari. Un amore viscerale per un mondo sportivo sempre visto troppo lontano, ma che oggi grazie a queste super atlete è più vicino che mai. Il viaggio di Alessandra Cicciù deve essere un esempio per Catania e per tutti coloro che inseguono un sogno.