LIPARI – Sono trascorsi 79 anni dall’affondamento del piroscafo “Santamarina” nel canale di Vulcano, nelle Eolie, il 9 maggio 1943, ad opera di un sommergibile inglese dove morirono 62 persone.
“Il Comandante Onofrio Basile ed il suo equipaggio – ricorda il ricercatore Peppe Cirino – non sanno di essere osservati e seguiti a debita distanza, e non si accorgono del possibile lampo di luce emesso dal periscopio del sommergibile britannico. Alle ore 15,24 è avvenuto l’attacco e il sommergibile ha lanciato verso la fiancata sinistra della nave tre siluri. Due colpi sono andati a segno e la nave è affondata. Il terzo siluro si è sentito esplodere sull’isola di Vulcano“.
Delle 107 persone a bordo del “Santamarina” solo 45 si salvarono le altre 62 perirono nello scoppio o annegarono. Il comandante inglese Turner non aveva compreso che si trattava di una nave passeggeri che collegava Lipari con Milazzo e aveva scambiato il piroscafo della società “Eolia” per una nave appoggio armata, probabilmente per la presenza dei piccoli pezzi di artiglieria da difesa posti a prora e poppa.
C’ è poi chi ha sostenuto che gli inglesi credevano che a bordo ci fossero ufficiali del Reich con documenti segreti.
Anche quest’anno a Lipari e Salina si svolgerà la commemorazione dei morti per ricordare la più grande tragedia della storia eoliana.
Corone di fiori sono state buttate in mare per un evento che non potrà mai essere dimenticato, una strage di vittime che ancora affiora nella mente dei sopravvissuti.