ITALIA – Chissà se quello del Cavaliere sia stato solo un grande bluff oppure salire al Quirinale sia mai stato un vero obiettivo, fatto sta che Berlusconi in poche settimane è passato da giocatore a mazziere. Già, perché improvvisamente in un centrodestra che ormai lo vedeva defilato, adesso è tornato a dare le carte. La sua rinuncia ha avuto un “prezzo” che adesso qualcuno dovrà “pagare”. Il prossimo presidente della Repubblica in un modo o nell’altro passerà da un suo placet. A ribadire questo concetto anche il suo monito nei confronti dell’attuale premier Draghi che ha cordialmente invitato a rimanere a Palazzo Chigi.
Un invito che sa tanto di ricatto politico perché Berlusconi sa bene che Draghi è l’unico nome su cui tutti potrebbero convergere tagliandolo fuori da un tavolo di trattative e riportandolo nella sua precedente marginalità. Ma se Draghi salisse al Quirinale, parola di Silvio, il prossimo governo dovrebbe fare a meno di Forza Italia, il che renderebbe la nascita di un nuovo esecutivo quasi impossibile. Ciò vorrebbe dire elezioni, uno scenario indigesto per tutti tranne che per la Meloni che a votare andrebbe molto volentieri specialmente con il parafulmine europeo di Draghi al Colle.
Ma allora cosa succederà domani? Le carte in tavola in questo momento sono tante, forse troppe.
Draghi resta un’opzione ma, per i motivi sopra citati, sempre più complessa da percorrere, anche perché nessun altro “tecnico” a Chigi riuscirebbe a gestire l’attuale coalizione di governo. Di certo c’è che intanto da Forza Italia trapela un’apertura sul nome di Casini che non trova però grande apprezzamento nei 5 stelle (che però hanno già dimostrato di cambiare spesso idea) né nella parte salviniana della Lega. Per il Pd dire no a Casini sarebbe più difficile, perché è stato eletto tra le fila Dem.
Poi c’è il solito Giuliano Amato, che sarebbe stato citato tra i papabili nell’incontro tra Matteo Renzi ed Enrico Letta di venerdì mattina ma su cui difficilmente potranno convergere Salvini e Meloni. Ci sono poi altri profili che potrebbero prendere quota come Paola Severino, Franco Frattini e Patroni Griffi.
Ipotesi e trattative che andranno avanti fino alla prima votazione nel tardo pomeriggio di domani quando (forse) si arriverà al momento della verità.
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