Le nuove frontiere dell’IA, tra opportunità e zone d’ombra

Le nuove frontiere dell’IA, tra opportunità e zone d’ombra

La grande rivoluzione del nostro tempo è quella che ci conduce al mondo dell’IA, ovvero dell’Intelligenza Artificiale. Un mezzo potentissimo, uno strumento che sembra venire direttamente dal futuro, pronto a cambiare radicalmente le nostre vite, non solo quelle lavorative.

Negli ultimi tempi abbiamo visto, ad esempio, l’esplosione e il successo di ChatGPT, un prototipo di chatbot basato proprio sul machine learning, in grado di parlare, interagire con l’utente, rispondere a domande e fornire informazioni. Sviluppato da OpenAI, si tratta di un modello linguistico in grado di dialogare grazie all’apprendimento automatico ed è stato lanciato nel novembre dello scorso anno. Un semplice gioco o un passatempo per l’utente che si approccia per la prima volta ad esso, uno strumento complesso e articolato per tutti gli esperti. Che adesso si interrogano sempre di più su altri aspetti, come ad esempio quelli etici oppure legali.

Visto il crescente utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per creare grafiche o immagini o per sviluppare un videogioco, la redazione di Jamma si è interrogata sul modo di attribuire la proprietà intellettuale di questi prodotti. Chi sarà il reale autore di un determinato elaborato virtuale? Come potranno i content creator difendere le loro opere dalle mani dell’IA? Sono questi interrogativi importanti, che solo chi si ferma all’apparenza può interpretare come secondari o poco importanti.

Viviamo infatti in una società in cui l’IA è entrata sempre di più all’interno delle nostre vite, anche in alcuni aspetti del nostro tempo libero. Il gioco, ad esempio, è uno dei settori che è stato più colonizzato da questa nuova strumentazione digitale. Basti pensare ai numerosi casinò online operativi nel mercato italiano che, oltre alle tecnologie già rodate da anni per il loro funzionamento, utilizzano oggi il machine learning per migliorare l’esperienza ludica degli utenti, ma non solo. Uno dei modi più diffuso di utilizzare l’IA è quello di implementare e migliorare il servizio di assistenza clienti, attraverso la creazione di Live Chat completamente automatizzate. Al loro interno infatti lavora un bot in grado di rispondere 24 ore su 24 e in qualsiasi giorno della settimana alle richieste degli utenti.

Ma l’IA è utilizzata nel settore del gioco pubblico anche nella prevenzione della dipendenza patologica: grazie alla sua capacità di leggere e comprendere i dati, infatti, il machine learning può avvisare il giocatore, fornire consigli utili e sospendere la sua attività.

Dal gioco al mondo del lavoro, il passo è veramente breve. L’Intelligenza Artificiale è pronta a cambiare le nostre vite. Anzi, in alcuni casi lo ha già fatto.