La scuola elementare frequentata da Messina Denaro sarà intitolata al piccolo Giuseppe Di Matteo

La scuola elementare frequentata da Messina Denaro sarà intitolata al piccolo Giuseppe Di Matteo

CASTELVETRANO – La scuola elementare Ruggero Settimo di Castelvetrano, che Matteo Messina Denaro ha frequentato da bambino e che si trova vicino alla casa della sua famiglia, potrebbe essere intitolata a Giuseppe Di Matteo, un ragazzino rapito a soli 12 anni, ucciso e poi sciolto nell’acido dopo due anni di prigionia: era figlio di Mario Santo Di Matteo, un pentito che aveva deciso di collaborare con la giustizia. Matteo Messina Denaro è uno dei responsabili del sequestro e del successivo omicidio, insieme a Giovanni Brusca. La proposta di intitolare la scuola alla giovanissima vittima di Cosa nostra è stata avanzata dal presidente della sezione di Marsala dell’ANM (Associazione Nazionale Magistrati), Fabrizio Guercio, con il sostegno del procuratore della Repubblica Fernando Asaro. L’iter per la intitolazione dell’istituto comprensivo inizierà il 15 marzo con un collegio dei docenti che esprimerà un parere non vincolante, prima di un consiglio d’istituto allargato ai genitori. La Dirigente scolastica Maria Luisa Simanella ha smentito le voci di contrarietà da parte di alcune famiglie di alunni, affermando che la proposta sarà accolta da tutti i membri del consiglio d’istituto.

 

In foto Giuseppe Di Matteo

 

 

 

I procuratori Maurizio de Lucia e Lia Sava in audizione all’Antimafia

Sta avendo luogo nel pomeriggio di oggi un’audizione nella prefettura di Palermo, durante la quale il procuratore distrettuale Maurizio de Lucia e la procuratrice generale Lia Sava stanno testimoniando di fronte alla Commissione regionale antimafia. L’organismo regionale, presieduto da Antonello Cracolici, ha incontrato anche il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza guidato dal prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta, come parte di una serie di incontri organizzati per mappare la presenza della criminalità organizzata nelle diverse province siciliane: si tratta di un’importante iniziativa per contrastare Cosa nostra in Sicilia.

 

 

 

 

Mafia, chiesti 20 anni di carcere per l’ex deputato del Pd Paolo Ruggirello

Restando nell’ambito dell’antimafia, la Procura di Palermo ha richiesto nei giorni scorsi al Tribunale di Trapani una pena di 20 anni di reclusione per Paolo Ruggirelloex deputato regionale del Partito Democratico, accusato di appartenere ad un’associazione mafiosa.

Il processo è stato presieduto dal pm Gianluca De Leo e ha visto la collaborazione dell’aggiunto Paolo Guido, il quale ha coordinato l’inchiesta che ha portato alla detenzione di 28 persone, fra cui luogotenenti e seguaci del boss Matteo Messina Denaro.

Paolo Ruggirello è figlio di un noto imprenditore del settore edile che negli anni ’60 e ’70 ha costruito un’impresa di successo, diventando proprietario della Banca Industriale e presidente del Trapani calcio. Nel corso degli anni ’90 ha scelto di dedicarsi alla politica, passando dal movimento autonomista dell’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo al centrodestra. Nel 2015 si è iscritto al Partito Democratico e ha tentato di farsi eleggere al Senato, ma senza successo.

Ruggirello è stato accusato di cercare il sostegno elettorale della “famiglia mafiosa” di Trapani, di essere stato un punto di riferimento delle cosche nella politica regionale, di avere favorito i clan nella vittoria di appalti e di avere incontrato il capomafia Virga in diverse occasioni. Ha ammesso di aver ricevuto una richiesta di 50mila euro dal boss in cambio di 1.000 voti prima delle elezioni regionali del 2017, ma ha dichiarato di aver accettato solo per porre fine alla discussione il prima possibile.

Il pm ha richiesto anche la condanna degli altri imputati: Antonino Buzzitta a 21 anni, Vito D’Angelo a 20 anni e 6 mesi, Giuseppa Grignani a 2 anni, Vito Gucciardi a 17 anni, Vito Mannina a 8 anni, Alessandro Manuguerra a 8 anni e Marcello Pollara a 20 anni.