La guerra tra Ucraina e Russia, un anno oggi: ferite diventate segni permanenti

La guerra tra Ucraina e Russia, un anno oggi: ferite diventate segni permanenti

MONDO – Sono passati esattamente 365 giorni da quella notizia finita in prima pagina su tutte le testate internazionali che annunciava l’arrivo delle forze militari russe in territorio ucraino. Da lì a poco sarebbe scoppiato un conflitto che avrebbe causato migliaia di vittime e ripercussioni in tutto il globo, seguito da manifestazioni e conferenze botta e risposta tra i capi dei due paesi coinvolti: Zelensky e Putin.

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Per la Russia, Ucraina e Bielorussia sono considerati come le porte per accedere al mondo occidentale. Il presidente Vladimir Putin ha espresso la necessità di adottare misure decisive e rapide per proteggere la sicurezza del paese, in seguito all’espansione della NATO ai confini del proprio territorio e al sostegno dei leader filo-occidentali a Kiev.

Putin ha anche promesso al suo popolo senza successo di porre fine alla guerra in Ucraina, affermando l’intenzione di smilitarizzare e denazificare il paese, dopo otto anni di combattimenti tra le forze governative e i separatisti filo-russi. La questione in ballo è diventata una vera e propria ossessione per il presidente russo, che ricorda ancora amaramente le conseguenze del crollo dell’Unione Sovietica negli anni 90′ sotto il predecessore Boris Eltsin.

 

 

Un conflitto che ha coinvolto direttamente l’Europa e, per questo, non può essere etichettato come guerra degli altri che “non ci tocca”. Le conseguenze di quest’anno sono evidenti dal punto di vista economico e geopolitico, con l’aumento dei prezzi che ha messo in ginocchio vari paesi. 

PROSPETTIVE E LA DOMANDA SENZA RISPOSTA: QUANDO FINIRÀ?

In un solo anno sono cambiate molte cose, alcune in modo irreversibile, altre che richiederanno del tempo per essere assimilate. Tuttavia, a distanza di 12 mesi dall’inizio della guerra, non è ancora chiaro come si potrà trovare una soluzione al conflitto che sembra solo intensificarsi.

La prospettiva di una nuova escalation militare, con la resistenza ucraina che si prepara a contenere un nuovo attacco russo su larga scala, è molto preoccupante e potrebbe anche portare a una crisi nucleare.

Le frizioni alimentatesi nel tempo stanno inevitabilmente influenzando i rapporti tra mondo occidentale e orientale. Il rischio a lungo termine è che si possa assistere ad un cambiamento degli spazi economici di riferimento, ma soprattutto un sorriso da ritrovare e di difficile interpretazione per le popolazioni coinvolte in questo scempio che sembrerebbe non trovare mai un punto di chiusura.

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LA PACE “MUTATA” E LA STRADA PERCORSA DALL’OPINIONE PUBBLICA 

Sempre in collegamento con le “scaramucce” mondiali, se così possono essere definite, che hanno coinvolto Ucraina e Russia, il termine “pace” ha assunto un nuovo significato: non vuole porre l’accento soltanto una convivenza incruenta tra gli Stati, bensì su una “pace corretta e azionista” che miri a sconfiggere il fattore chiave sinonimo di malcontento e, in questo caso specifico, di terrore verso il prossimo.

 

 

 

La strada percorsa dall’opinione pubblica segue, seppur lontanamente, i tratti del regime totalitario. Molta gente, per paura in futuro di andare incontro a situazioni spiacevoli, è spinta da una pulsione irrefrenabile a conformarsi alle condotte volute dallo stato transcontinentale russo.

L’ISOLAMENTO RUSSO E LA PROBLEMATICA RICOSTRUZIONE UCRAINA

Una delle conseguenze più difficili da digerire fa leva sul fatto che il reddito disponibile e la capacità di acquisto sono scese, soprattutto per le fasce di popolazione a reddito fisso e più basso. L’economia russa sta pagando il prezzo delle sanzioni occidentali, soprattutto considerando la qualità della vita e le pressioni che stanno crescendo sul fronte interno senza tralasciare l’isolamento generale voluto e messo in atto da tutti gli stati europei.

Kherson

A distanza di un anno, ci sono alcuni punti che si possono dare per acquisiti. La crisi dell’energia era già presente, ma attualmente è stata leggermente assorbita grazie agli sforzi profusi da tutti i paesi europei per neutralizzare la dipendenza da Mosca. Portare il territorio ucraino agli “splendori” del periodo precedente non avverrà in breve tempo, la cosa certa è che richiederà un ingente sforzo economico.

 

 

 

 

 

Foto tratte dal profilo Twitter di Volodymyr Zelensky